Baby gang a Sesto, parola all’avvocato: “Il sindaco può far poco, l’importante è denunciare”

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Sos baby gang. Da qualche settimana tre rom di età inferiore ai quattordici anni stanno creando non pochi disagi ai cittadini di Sesto Fiorentino, specialmente a quelli più giovani. L’ultimo episodio risale a domenica scorsa quando hanno picchiato un ragazzino di fronte al cinema Grotta. Il sindaco Lorenzo Falchi è stato chiaro: denunciare i rom così da permettere alle forze dell’ordine di raccogliere informazioni “per poi consentire alla magistratura di poter procedere e di dare una risposta al fenomeno“ (LEGGI QUI).

La paura, però, sta aumentando a Sesto. In casi come questi la legge può fare qualcosa? In tanti, anche sui social network, se lo stanno chiedendo. Per saperne di più, tuttosesto.net ha intervistato Antonio Ossi, avvocato del Foro di Firenze.

Si tratta di un problema sia politico che di ordine pubblico. Il sindaco ha delle competenze, ma non può fare chissà quanto. Se ci sono dei giovani che creano problemi a coetanei o a persone anziane, i cittadini, se li vedono, non li possono fermare, ma devono immediatamente chiamare le forze dell’ordine – dice Ossi in esclusiva a tuttosesto.net -. Le persone coinvolte nei fatti, ad esempio i genitori di un ragazzo picchiato, dovrebbero andare a denunciare alle autorità preposte (carabinieri, polizia) quanto visto, anche se non è obbligatorio. Se ci sono tante denunce, il sindaco può fare pressione nei confronti di chi gestisce l’ordine pubblico per intensificare il controllo del territorio. Vorrei sottolineare che la giustizia fai dai te non è ammessa dal nostro ordinamento che, anzi, la punisce severamente, salvo il caso di chi assiste al compimento di un reato per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza da parte della polizia giudiziaria. In tal caso anche il privato cittadino, in base all’articolo 383 del codice di procedura penale, può procedere all’arresto. Non si possono, però, fare, ad esempio, le ronde come qualcuno scrive anche sui social network“.

Foto tratta da Facebook

E per quanto riguarda l’età imputabile?
Questi ragazzi non sono imputabili perché hanno un’età inferiore ai quattordici anni. Qualsiasi tipo di reato dovessero compiere, non sono perseguibili penalmente perché la legge prevede che non puoi essere processato sotto i quattordici anni. Se compiono un reato, a risponderne anche penalmente, sono casomai i genitori per omessa custodia. Se, invece, i ragazzi hanno più di quattordici anni, sono imputabili davanti al tribunale dei minori. Come ho detto prima, il sindaco non ha poteri di polizia. Da un punto di vista amministrativo può far intervenire i servizi sociali. Sul piano dell’ordine pubblico non può fare granché perché sono la polizia e i carabinieri che devono controllare il territorio. Alla gente bisogna far capire che bisogna fare le denunce, piuttosto che scrivere un post su Facebook. Se il sindaco ha in mano, ad esempio, cinquanta denunce contro determinate persone, può andare dal questore per spiegargli il problema di ordine pubblico. La cosa fondamentale è la denuncia perché se non denunci, è come se non fosse successo niente. La denuncia, qualora non si conoscano le generalità del responsabile, può essere fatta contro ignoti, poi spetta alle autorità fare le indagini e risalire ai responsabili dei fatti”.

STEFANO NICCOLI

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