Moscardi (SEL) a TS: “Per vincere le elezioni serve una coalizione che vada oltre le vecchie sigle”

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Dopo un anno di commissariamento, la prossima primavera il Comune di Sesto Fiorentino tornerà ad avere un’amministrazione guidata da forze politiche.

In seguito alla diaspora interna al Pd, la sinistra si sta organizzando per dar vita ad un unico soggetto politico in grado di governare la città.

Tuttosesto.net ha intervistato in esclusiva Ivan Moscardi, dirigente regionale di Sel.

Mercoledì 3 febbraio l’annuncio dell’avvio di un nuovo progetto per il governo di Sesto Fiorentino che comprende varie forza di sinistra (LEGGI QUI). La prima cosa che salta agli occhi è il numero delle sigle: proviamo a fare un po’ di chiarezza almeno per quanto ti riguarda: Sel continuerà ad esistere o confluirà in Sinistra Italiana? E Sesto Bene Comune?
Ti ringrazio per questa domanda. Facciamo chiarezza. Partiamo da Sesto Bene Comune. Sesto Bene Comune è nata da una telefonata, fra il sottoscritto e un carissimo amico e compagno, avvenuta nel gennaio del 2014. Questo amico suggeriva a noi di Sel di candidare Maurizio Quercioli alle primarie del centrosinistra sestese. Terminata la telefonata ne parlai immediatamente con l’allora segretario di Sel, Enrico Solito, il quale ne fu subito entusiasta. Poi, il Pd non volle fare le primarie e candidò Sara Biagiotti. Allora, noi di Sel costruimmo una coalizione alternativa che si ponesse l’obiettivo di vincere le amministrative e battere la Biagiotti. Quella coalizione la chiamammo Sesto Bene Comune e individuammo in Maurizio Quercioli il candidato che ci potesse tenere tutti assieme, ovvero noi rappresentanti della sinistra storica, di estrazione comunista, socialista e ambientalista, con i rappresentanti dei movimenti civici e antiincenitoristi. Alle elezioni ottenemmo un buon risultato conquistando il 20% dei consensi e quattro consiglieri.
Sinistra italiana invece è in fase di costituzione. E’ un progetto di respiro nazionale perché il mondo non finisce al Ponte di Maccione. Un progetto che mira a raccogliere tutte le anime a sinistra del PD. Sinistra, ecologia e libertà ha deciso di confluire in Sinistra italiana e pertanto non effettuerà il tesseramento 2016, proprio per favorire la nascita di tale soggetto. Ma fino alla fine dell’anno, Sel esisterà. Personalmente auspico che alle prossime amministrative sestesi ci sia Sinistra italiana e non Sel poiché è chiaro che Sel è insufficiente a rappresentare tutto ciò che c’è a sinistra del Pd. Così come è chiaro che la coalizione di Sesto Bene Comune è insufficiente a vincere le elezioni. Bisogna andare oltre Sesto Bene Comune e non a caso parliamo con forze come Alternativa libera – Possibile e Per Sesto“.

Avete una grande responsabilità: sostituire il sillogismo sinistra=divisioni in sinistra=unità. Siete sulla strada buona o ci sono troppi galli nel pollaio?
C’è una spiegazione ontologica sul fatto che la sinistra si divida e si fonda sul fatto che la sinistra è sinonimo di articolazione, mentre a destra si semplifica. Ma quando si articola si risolvono meglio le questioni, quando si semplifica invece i nodi rimangono al pettine. I personalismi potrebbero essere un problema, è vero. Io, comunque parto da me. Mi sono candidato alle elezioni regionali e ho preso 750 voti di preferenza solo su Sesto, trascinando la mia lista Si – Toscana a sinistra a circa il 14% dei consensi. Nessuna lista di Sinistra, in Italia, alle recenti regionali, ha superato il 10% dei voti. Aggiungo anche che nessun uomo o donna di sinistra a Sesto ha mai ottenuto un risultato simile. Ciò detto, metto a disposizione la mia personale esperienza per la futura coalizione e sono pronto anche ad andare in minoranza, come mi è capitato sovente nella vita. Non pretendo nulla. Per me, ma anche per tanti di noi, la politica non solo è passione, ma è soprattutto spirito di servizio“.

In nessuna di queste sigle (Sesto Bene Comune, Per Sesto, Alternativa Libera, Possibile, Rifondazione Comunista) appare la parola centro. Al di là della necessità di ricompattare le forze di sinistra, non rischiate di alienarvi una parte dell’elettorato?
Non è vero. L’associazione Per Sesto si può catalogare come centro. Dentro di essa, vi sono personaggi che provengono dal Pd e che, o non sono mai stati di sinistra, o non lo sono più, ma non si riconoscono certo nel Pd renziano. Dall’altra parte, sottolineo, che in questa futura coalizione vi sono anche forze che non si riconoscono né nella sinistra, né tantomeno nel centro, ma nell’esperienza del civismo progressista. D’altronde se da una parte c’è il partito della nazione, di qua ci vuole una coalizione di forze plurale per poter competere”.

Come arriverete alla scelta del candidato sindaco? Qualcuno si era già fatto avanti.
Deciderà la coalizione. Io sono sempre stato per la condivisione. Si seleziona una candidata o un candidato sulla base della condivisone comune di tutte le forze partecipanti a quel progetto: nessuna esclusa. Se, questa condivisione non c’è, allora io sono per le primarie. E’ la stessa posizione che sostenni alle riunioni con il Pd due anni fa. Il Pd, il Psi, Rifondazione e l’Italia dei Valori dicevano Biagiotti, mentre SEL, da sola, diceva Quercioli. Quindi, per sbrogliare la matassa, noi di Sel proponemmo le primarie. Ma gli altri non le accettarono, dicendo che solo noi le volevamo e quindi non si sarebbero dovute fare. Allora noi ci sfilammo, costruendo un’altra coalizione. Sono coerente con le posizioni di allora“.

Che rapporto vorreste costruire con i comitati contro l’inceneritore e l’aeroporto?
Un rapporto buono. Molti rappresentanti di questi comitati sono già dentro le nostre forze politiche, tutte. Partecipano alle nostre riunioni. Una sinergia positiva come deve essere“.

Quali sarebbero i primi tre provvedimenti che il vostro sindaco dovrebbe adottare in caso di elezione al di là di aeroporto e inceneritore?
“Auspicherei che il prossimo sindaco o sindaca si adoperasse per rispettare l’esito del referendum del 2011, quello che pubblicizzò non solo l’acqua, ma tutte la rete dei servizi pubblici. So che è tema difficile e complesso perché contro i 27 milioni di cittadini italiani che votarono SI remano l’Unione europea e il governo italiano. Ma ci dovrà provare. Poi, l’attuazione completa del piano del traffico perché questo permetterebbe di inquinare meno e allargare per quanto possibile i servizi socio sanitari e culturali, oltre ad adoperarsi sul lato del lavoro, perché manca davvero. Anche se, ad onor del vero, questo tema riguarda dinamica più ampie.

Per concludere. Tanto interesse verso le iniziative che tutti i soggetti politici stanno organizzando in questo periodo, ma di giovani, in queste circostanze, se ne vedono sempre pochi. Cosa pensate di fare per ricondurli all’interesse per la politica e a non pensare che sia solo una cosa sporca?
Giovani se ne vedono pochi, anche perché ce ne sono pochi. Sesto ha una popolazione vecchia. Ciò detto, in Sel ci sono diversi giovani, che si sono trovati durante le elezioni amministrative del 2014. Comunque, il problema dei giovani in politica sussiste perché l’offerta politica è moderata e i giovani sono radicali per antonomasia”.

STEFANO NICCOLI

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