Museo Ginori, il dibattito alla festa di Sesto Bene Comune

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Tra una birra e un panino continuano i dibattiti alla festa di Sesto Bene Comune. Nella serata di giovedì 3 settembre al centro della discussione il museo Ginori chiuso ormai da più di un anno.

Il dibattito è stato condotto da Paolo Gramigni di Sesto Bene Comune.

Olivia Rucellai, ex direttrice del museo, dopo aver ripercorso le tappe principali della storia del Museo ha chiarito che l’eventuale riapertura del Museo non ha senso se non accompagnata da un progetto che lo renda più attrattivo. Il collegamento con le ville di Castello potrebbe essere una maniera intelligente per ripartire.

Tommaso Montanari, storico dell’arte e docente presso l’Università Federico II di Napoli, citando anche Calamandrei, ha insistito sul concetto di museo come luogo di libertà e democrazia: “Non è un caso che l’Isis a Tunisi abbia colpito contemporaneamente un museo e il parlamento”. Il museo non deve produrre ricchezza, ma deve essere un luogo dedicato allo studio, all’educazione ma anche al diletto. Un luogo dove non esistono classi sociali e la cui bellezza è innanzi tutto a servizio della dignità dei cittadini. Per “salvare” il Museo è quindi necessaria una campagna di opinione che coinvolga il maggior numero di sestesi.

Tra gli interventi del pubblico, particolarmente toccante quello di Dimitri Milopulos del Teatro La Limonaia. Ricordando le interviste ai vecchi sestesi per la preparazione dello spettacolo dedicato alla manifattura, è riuscito a trasmettere la fierezza di chi ha lavorato in Fabbrica indipendentemente dal ruolo. Silicosi, scioperi, licenziamenti, sofferenze ma il sestese, comunque, la Ginori se la porta in casa e ne è orgoglioso.

STEFANO NICCOLI

 

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