Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
16 febbraio 1439 – Arriva l’imperatore Bizantino
Giovanni VIII Paleologo, ultimo imperatore bizantino a essere incoronato dal patriarca di Costantinopoli, partecipò nel 1439 al Concilio convocato a Firenze da Papa Eugenio IV con l’intento di unire la chiesa ortodossa con quella cattolica. La mossa del sovrano bizantino fu dettata più dalla disperazione che dalla convinzione. Il suo impero era sotto l’assedio degli Ottomani e l’unificazione della Chiesa d’Oriente con quella d’Occidente avrebbe potuto valere un appoggio militare e finanziario sufficiente a respingere l’invasore.
Secondo le cronache dell’epoca il suo arrivo in città sarebbe da datare 16 febbraio 1439, giorno in cui scoppiò un violento temporale che sorprese l’imperatore, coperto a malapena da un baldacchino, in mezzo alle strade fangose della città. Niente a confronto a quello che successe al patriarca di Costantinopoli Giuseppe II giunto per gli stessi motivi a Firenze, ma qui morto il 10 giugno.
Nonostante i cattivi auspici il 6 luglio 1939 Eugenio IV, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, piena di cittadini richiamati più dai suntuosi abiti da cerimonia dei prelati greci che dalla solennità della cerimonia, annunciò l’avvenuta ricomposizione dello scisma fra le Chiese di Oriente e di Occidente.
Cantò il papa una missa solenne, et infra la messa si i privilegi fatti dell’unione de’ Greci con grandissima solennità, et quivi promissino in futuro non discordarsi dalla Chiesa romana come avevano fatto per lo passato, et soscrisesi in su questi privilegii lo ’mperadore, e tutti e’ principali erano tra loro, non vi si trovò il patriarca loro, perchè, sendo già rimasti d’acordo, et avendo consentito amalò, et in pochi dì si morì. (Vespasiano da Bisticci)
Com’era facile prevedere l’accordo ebbe breve durata, ma la visita dell’imperatore bizantino è rimasta impressa nella memoria dei fiorentini anche per un suo breve soggiorno a Peretola nell’abitazione di Jacopo di Latino de’Pilli che nelle sue memorie ricorda di particolari il pranzo che offrì all’imperatore e ai suoi dignitari
venne chon quaranta in cinquanta chavagli molto bene a punto et chon molti suoi baroni, signori e gentili huomini; er perche lui era perduto nelle gambe entrò insino nella nostra sala a chavallo (…) Et nota, chella prima vivanda mangiò una insalata di porcellana et di prezemoli chon molte cipolle, et lui stesso volle nettare. Dipoi ebono pollastri e pipioni lessi, e dipoi pollastri e pipioni squartati e fritti nella padella con lardo (…) ellultima sua vivanda fu certe huova gettate in sui mattoni chaldi, dove s’erano cotte l’altre cose; e messogliele in una scodella chon molte spezie
DANIELE NICCOLI
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