16 marzo 2001 – Chiude la manifattura Tabacchi

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

16 marzo 2001 – Chiude la manifattura Tabacchi

La prima manifattura tabacchi del granducato toscano fu allestita presso il convento di Santa Caterina alle Ruote che era stato fondato dalle suore agostiniane nel 1310. Causa un ambiente troppo angusto, nel 1810 la manifattura fu spostata nel più grande convento di Sant’Orsola realizzato nel 1327 per ospitare le monache benedettine, ma famoso soprattutto perché sarebbe il luogo di sepultura di Lisa Gherardini ovvero la celebre Gioconda.

In questo convento sarebbe nato, in maniera fortuita, il celebre sigaro toscano. Successe che, nell’agosto 1815, un’intera partita di tabacco Kentucky, inappropriatamente lasciata all’aperto, fu bagnata da un violento acquazzone che la rese apparentemente inutilizzabile. Il direttore della manifattura, per non incorrere nelle ire del Granduca, decise di salvare il salvabile: face asciugare il tabacco, lo sottopose ad un’ulteriore fermentazione e ne ricavò sigari da vendere a basso presso.

Il prodotto, ottenuto in maniera così estemporanea, andò a ruba e così quello che poteva essere un disastro economico diventò un grande successo commerciale. Nel 1865 anche la manifattura di Lucca, posta nell’ex convento di San Domenico, ottenne il mandato per la produzione del “Toscano”. L’episodio non mancò di suscitare le consuete polemiche di campanile. Se, infatti, era universalmente riconosciuto che il “Toscano” fosse nato a Firenze, i lucchesi sostenevano che le uniche depositarie dell’arte del sigaro fatto a mano fossero le sigaraie lucchesi. Qualche buontempone arrivò perfino a sostenere che la tecnica dell’arrotolamento del sigaro contemplasse lo sfregamento sull’interno delle cosce. Così “tirava” meglio, si diceva.

Alla fine la diatriba fra le due città si concluse inserendo l’effige di Ferdinando III di Lorena granduca di Toscana, ma non di Lucca, sulla fascetta del sigaro mentre sulla scatola fu riportata l’immagine della manifattura di Lucca.

Nel frattempo il prezzo del “Toscano” era notevolmente aumentato. Nel 1885 aveva raggiunto la cifra di 8 centesimi. Questo stimolò la fantasia di alcuni imprenditori che decisero di mettere in vendita, presso le tabaccherie, giornali da due centesimi. A Firenze per esempio circolava il Resto al Sigaro. L’idea fu parzialmente copiata da tre giornalisti bolognesi che, rifacendosi al nome di una vecchia moneta dello Stato Pontificio, chiamarono il loro giornale Resto del Carlino.

Data l’inadeguatezza dei locali del convento di Sant’Orsola, all’inizio degli anni ’30 in prossimità di Piazza Puccini iniziarono i lavori per la nuova industria Tabacchi che fu inaugurata il 4 novembre 1940. Nel 1999 lo stabilimento divenne proprietà dell’Ente Tabacchi Italiani che però ne decise la dismissione. La manifattura chiuse definitivamente il 16 marzo 2001.

Daniele Niccoli

 

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