Il 18 febbraio inaugurazione della mostra “Danza / quadri di luce”

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Sabato 18 febbraio dalle 15 alle 20 all’Officina Bizzarria in via Quattrini 33 a Sesto Fiorentino si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica “Danza / quadri di luce”. Sarà ospite Eva Calanni con una sua ricerca coreografica: “Senza un perché”. L’evento è a cura di Contemporary Photography Galleri.

Senza un perché“: “Ogni artista ha bisogno di esprimersi senza nessun canone preciso e definito. Eva ci propone un suo personale percorso emozionale tradotto in immagini e movimento. Il suo corpo esiste, la sua mente esiste nel momento in cui performa un’idea che nasce dentro e si manifesta al mondo fuori da sé stessa“.

Dalle 15 alle 20: DANZA I quadri di luce: “Questa mostra – dice Luca Di Bartolo che inaugurerò la mostra – offre alcune fotografie che riassumono il senso della mia ‘scoperta’ umana sul tema del corpo che danza, durante gli ultimi 10 anni di ricerca.
Non è esaustiva ma presenta alcuni momenti ‘singolari’ di questo percorso.
Partendo da un quadro tratto da “Dialoghi sulla Deposizione” di Virgilio Sieni con la compagnia del MaggioDanza nel 2006, per arrivare ad una delle ultime esperienza a Palermo nell’agosto del 2016, assieme al Corpo di Ballo del Teatro Massimo.
Personalmente non trovo motivazione nella pura ricerca della perfezione nel fotografare il gesto tecnico, quanto più nella sua forza umana ed espressiva, se infatti dovessi definire il mio approccio alla danza e al palco in generale, parlerei di ‘pura umanità’. Non sempre il punto di maggiore espressività in fotografia coincide naturalmente con l’apice di un movimento o di un’azione. Quando mi avvicino alla storia che si sviluppa di fronte a me vivo di un fluire senza soluzione di continuità fatto di parole e gesti fisici. Si tratta di raccogliere le emozioni che scaturiscono ed inseguirle. Sento il mio sguardo simile all’aria che circonda i danzatori, plasmarsi sui loro movimenti, spostarsi assieme a loro, argilla pronta a modellarsi ogni attimo. L’atto fotografico diventa fisico nel momento in cui lo vivo. E un toccare attraverso lo sguardo. Il corpo è capace di esprimere una forza interiore molto potente e attraente: forza che si è persa nel vivere di ogni giorno, dove la parola prima  e ora l’immagine, hanno vinto oramai sul linguaggio più arcaico del corpo. La fotografia come calco di un’azione fisica ed emotiva in cui la luce cristallizza, a scatto avvenuto, l’azione.
Lo ‘scatto’ diviene più un sentire, al punto che una fotografia nasce come realtà visibile solo dopo la sua riscoperta ad azione conclusa.  Questo indica come allora sia il ‘sentire’ e non la coscienza a priori di un movimento già noto, a portarci ai quadri di luce“.

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