2 giugno 1936 – Inizia il risanamento di Santa Croce

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

2 giugno 1936 – Inizia il risanamento di Santa Croce

Dopo lo sventramento del centro storico della seconda metà dell’Ottocento, molte delle famiglie povere che vi risiedevano furono costrette a spostarsi nell’adiacente quartiere di Santa Croce. Il risultato fu di creare una zona ad elevato indice di affollamento priva di giardini e poco salubre. L’incidenza delle malattie infettive era nettamente più alta che nel resto della città e anche il tasso di mortalità era più elevato.

Nel 1936 il regime decise di risanare il quartiere. L’idea era apprezzabile, ma il risultato non fu all’altezza delle aspettative. Circa tremila persone, già provate dalla miseria, dovettero sfollare. Molti palazzi furono demoliti, ma i progetti di ricostruzione non furono attuati e, anzi, gli spazi vuoti furono riempiti, malamente, solo nell’ultimo dopoguerra.

Il palazzo delle Poste di via Pietrapiana grida ancora vendetta. Protagonista del malriuscito intervento di risanamento fu il Ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Cobolli Gigli, fascista della prima ora e nonno del futuro presidente della Juventus. Poteva venirne qualcosa di buono?
Vasco Pratolini ne Il Quartiere ci ha raccontato come gli abitanti vissero quel triste periodo:

stanno risanando il Quartiere, buttano giù le case per ricostruirle più belle e nuove, dove noi non potremo mai abitare coi fitti che verranno a costare. Il piano del risanamento aveva infierito nel cuore del nostro Quartiere… la file delle vecchie case…perduti i fabbricati dirimpettai che ne ripetevano l’immagine, e smarrita la dimensione naturale della strada, mettevano a nudo il proprio squallore   (Vasco Pratolini)

Pratolini è stato lo scrittore che più di tutti è riuscito a rappresentare lo spirito del fiorentino plebeo e non si è fermato all’universo maschile. Ne Le ragazze di San Frediano ha mostrato quanto anche le donne di Firenze possano essere becere, ma anche sfrontate, fiere e audaci. Nel libro sei di loro vengono prese in giro da Bob che promette a tutte di sposarle. Si vendicheranno a modo loro spogliando il novello playboy alle cascine e costringendolo a tornare mezzo nudo in San Frediano svelando la scarsa virilità

Gurdatelo il bel Bob! Le ragazze di San Frediano lo scomunicano. Sposàtele tutte, andateci a letto tranquilli, Bob non ha toccato nessuna delle sue belle. E come l’avrebbe potute toccare, con che cosa?  (Vasco Pratolini)

Significativa e quasi orgogliosa anche la reazione del Bob

E’ stata una cenciata, ma le ragazze di San Frediano sono sempre quelle di una volta   (Vasco Pratolini)

Daniele Niccoli

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1 COMMENTO

  1. Sempre interessanti articoli storici e di cronaca.
    Gian Piero
    Guida Turistica di Firenze

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