Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
23 febbraio 1305 – La predica degli occhiali
Secondo la ricostruzione di Ferdinando Leopoldo Del Migliore, studioso del XVII secolo, l’invenzione degli occhiali sarebbe da attribuire al fiorentino Salvino degli Armati. A sostegno della sua tesi, ritenuta valida per almeno due secoli, nell’opera Firenze città nobilissima illustrata, il Del Migliore riprodusse la predica del 23 febbraio 1305 del frate domenicano Bruno Giordano da Rivalto che sosteneva di aver conosciuto l’autore senza però citarne il nome
Non è ancora vent’anni
che si trovò l’arte di fare gli occhiali
che fanno veder bene,
che è una delle migliori arti,
e delle più necessarie che il mondo abbia (Bruno Giordano da Rivalto)
Per rafforzare la sua teoria Ferdinando Leopoldo Del Migliore rivendicò l’esistenza nella chiesa di Santa Maria Maggiore della tomba di Salvino degli Armati che prima del restauro del XVII secolo, avrebbe riportato il seguente epitaffio:
Qui diace Salvino d’Armato degl’Armati di Fir.
inventor degl’occhiali. Dio gli perdoni la peccata
Lo stesso Del Migliore sarebbe stato in possesso di un sepoltuario antico che avrebbe dimostrato la veridicità dell’epigrafe, ma, per dirla con Isidoro del Lungo, questo sepoltuario
nessuno lo aveva mai veduto né mai lo vide (Isidoro del Lungo)
Un’analisi filologica voluta dallo stesso Isidoro del Lungo nel 1920 smentì definitivamente la tesi di Ferdinando Leopoldo Del Migliore. Il vocabolo “inventore” e la forma “le peccata” non esistevano nel volgare fiorentino del XIV secolo. Probabilmente l’erudito fiorentino aveva voluto premiare più il campanilismo che la verità storica. Secondo tesi più recenti, il vero inventore degli occhiali sarebbe invece un altro frate domenicano, Alessandro Della Spina. Un uomo ingegnoso e molto versato nella meccanica che però agli occhi (senza occhiali) di Ferdinando Leopoldo Del Migliore aveva il non indifferente difetto di essere pisano.
Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio
DANIELE NICCOLI
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La scritta c’è ancora, io l’ho letta.