9 marzo 1864 – L’ultimo Gonfaloniere del Comune di Pellegrino da Careggi

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Firenze
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

9 marzo 1864 – L’ultimo Gonfaloniere del Comune di Pellegrino da Careggi

Il 22 agosto 1808 la Giunta Straordinaria della Toscana, ormai controllata dai francesi, decise che una parte del territorio al di fuori delle mura di Firenze si costituisse in Comune (Mairie) a cui fu affidato il nome de Il Pellegrino.

Geograficamente spaziava da Trespiano alle Cascine, da Quarto al Ponte Rosso comprendendo borghi ancor’oggi esistenti come quelli del Sodo, del Barco, di Canonica, del Romito e di Ponte a Rifredi e altri ormai scomparsi come quello di Porta San Gallo. Anche il parco delle Cascine ricadeva sul territorio del comune che aveva la sede in un plazzo della zona del Ponte Rosso.

Il nome Pellegrino derivava dall’ospedale omonimo che i monaci di Altopascio avevano fondato nel 1218 sull’odierna via Bolognese. Dopo l’unità d’Italia per evitare omonimie con altri paesi, il governo centrale impose l’aggiunta di un suffisso che doveva essere “da Rifredi”, ma che, per un errore del Ministero degli Interni, divenne invece “da Careggi”.

Dei vari borghi che lo componevano, quello di Rifredi, inizialmente poco popolato, assunse rapidamente grande rilievo perché crocevia di strade importanti, e sede di una stazione ferroviaria. Nel tempo il borgo fu impreziosito dalla presenza di una caserma dei carabinieri, della Società del Mutuo Soccorso, di un’adeguata illuminazione e di un’importante fonte pubblica. All’epoca, infatti, non esisteva l’acquedotto e il Comune decise di acquistare un fondo presso il ponte sul Terzolle in cui esisteva un pozzo che fu trasformato in fonte pubblica.

L’acqua veniva pompata verso l’alto grazie alla forza delle braccia che facevano girare un grande volano. La rota, come fu subito ribattezzata, divenne il fulcro di tutto quartiere e un insostituibile punto d’incontro.

Il 9 marzo 1864 fu eletto l’ultimo dei Gonfalonieri del Pellegrino di Careggi. Si trattava di Giuseppe Piccioni; rimase in carica fino alla soppressione del Municipio che avvenne nel 1865.

Nel frattempo, infatti, era stato deciso lo spostamento della Capitale del Regno e si era resa necessaria la creazione della grande Firenze che così accorpò molti dei territori circostanti. Oltre al Pellegrino di Careggi furono soppressi i comuni di Legnaia e di Rovezzano. A beneficiarne in termini di estensione furono Fiesole, Firenze e Sesto Fiorentino. Curioso che il confine fra questi ultimi due Comuni fosse posizionato all’interno del complesso ospedaliero di Careggi che si andò costituendo nei primi anni del ‘900.

Qualche padiglione fu idealmente tagliato in due. Ai poveri degenti poteva così capitare di cenare a Firenze e di andare poi in bagno a Sesto. Con il Regio Decreto del 1 novembre 1928 Firenze allargò ulteriormente i suoi confini e raggiunse le dimensioni territoriali che oggi conosciamo.

DANIELE NICCOLI

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