“Il 2020 dovrà essere l’anno del definitivo rilancio del Museo Manzi”.
E’ con queste parole che si è espresso Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia a Campi che durante l’ultimo consiglio comunale ha presentato una nuova interrogazione sugli attesi lavori da realizzare per mettere in sicurezza il museo Antonio Manzi. Nel 2019, infatti, dopo innumerevoli appelli, il capogruppo azzurro aveva presentato una specifica Mozione, poi sottoscritta e approvata da tutti i gruppi consiliari, per valorizzare il museo. Con l’atto veniva impegnata l’amministrazione comunale a trovare le risorse economiche, almeno pari a 60.000 euro, per procedere alla realizzazione delle uscite di emergenza, alla compartimentazione delle zone di collegamento con gli altri uffici, alla realizzazione di un adeguato impianto di antincendio con cellule di rivelazioni e dell’impianto evac così come veniva richiesto per rendere finalmente sicuri i locali di Villa Rucellai che ospitano la zona museale.
All’interrogazione presentata nei giorni scorsi da Gandola per chiedere un aggiornamento sullo stato dell’arte sugli impegni assunti, l’assessore alla cultura Monica Roso ha precisato che nei mesi scorsi, in seguito alla presentazione del progetto di riqualificazione dei locali alla soprintendenza e ad un sopralluogo effettuato insieme ai tecnici comunali, è stato richiesto all’ente di fare alcune modifiche al progetto prevedendo di mantenere le porte esterne aggiungendo delle contro porte in vetro ed acciaio. Per questo – ha proseguito ancora l’assessore – abbiamo provveduto ad aggiornare il progetto e oggi siamo in attesa del definitivo nulla osta. Le modifiche richieste richiederanno una spesa ulteriore di 20.000 Euro. Rispondendo alle altre domande poste da Forza Italia, l’assessore ha precisato che i lavori saranno realizzati in lotti, senza dunque prevedere la chiusura del museo.
Soddisfatto della risposta si è dichiarato Gandola: “Avanti tutta, entro il 2020 ci auguriamo davvero di poter effettuare e completare i lavori di ristrutturazione dei locali museali. Finalmente così potremo rilanciare il museo riattivando le visite guidate ed i laboratori tecnici anche con i ragazzi delle scuole del nostro territorio, nonchè riportare in luce le oltre 130 opere di straordinaria bellezza che il Maestro Manzi ha donato alla città. Niente da fare, invece, per la ristrutturazione di Villa Rucellai. Sempre durante il consiglio, rispondendo ad un’altra mia interrogazione, l’assessore Loiero ha precisato che il contribuito ministeriale di 800.000 euro per procedere al risanamento dei circa 1.122 mq ancora da recuperare non è pervenuto. Nonostante la notizia del contributo ministeriale e dell’avvio dei lavori fosse stato sbandierato in campagna elettorale i soldi non sono mai arrivati ed oggi l’intervento è slittato nell’annualità 2022 all’interno del piano triennale delle opere pubbliche.
Ciò che resta da recuperare è la parte più antica del complesso, utilizzata fino alla vendita della struttura come fattoria e si tratta di una zona che, pur senza la presenza di pitture o decorazioni murali, da sempre è rimasta in condizioni conservative peggiori rispetto alla parte settecentesca della villa. Dovrebbero concludersi entro l’anno, invece, i lavori di riqualificazione della terrazza e del porticato di Villa Rucellai da tempo impalcato. In questo caso, ha precisato Loiero, i lavori erano stati sospesi per la presenza di una trave lunga diversi metri posta in condizioni molto precarie. Al riguardo abbiamo stabilito di sostituire la trave e stiamo attendendo le nuove autorizzazioni alla variante per poter completare i lavori. Sul punto – ha commentato Gandola – continueremo a vigilare preoccupati anche per lo stato conservativo della statua “Il Grido” del Maestro Butini, contenuta proprio nel loggiato e che a nostro avviso rischia di essere danneggiata dai lavori. Riteniamo in ogni caso prioritario non solo riaprire il Museo Manzi ma anche procedere in tempi certi alla riqualificazione dell’intero compendio immobiliare di Villa Rucellai e per questo solleciteremo noi stessi la soprintendenza”.