Il supermercato de Il Neto rappresenta uno dei servizi collettivi nati a completamento del Piano di Edilizia Economica e Popolare che negli anni ’80 ha visto realizzati 576 alloggi, un centro sociale e vaste aree di verde attrezzato, collegati ad una scuola materna, una scuola elementare, una palestra polivalente. Nel 2019 il supermercato viene completamente restaurato, rafforzando la sua funzione di luogo di aggregazione; infatti come recita il sito Coop con quei lavori: “è stata creata un’area per il consumo del pranzo con tavoli e sedie a disposizione per i soci e clienti, con un microonde per scaldare le vivande e un distributori di bibite calde”.
Passati trent’anni, con la popolazione invecchiata e dopo la ristrutturazione inaugurata l’8 marzo 2019 alla presenza dei sindaci di Sesto e Calenzano, qualcuno oggi pensa di chiudere quel supermercato? Il Gruppo consiliare ICS-SBC ha chiesto al sindaco di chiarire questa voce ed in Consiglio comunale del 19 febbraio, ha risposto l’assessore all’urbanistica Sforzi. Egli, con parole vaghe e fumose, ha detto che il Comune non sa nulla, perché la decisione di chiudere spetta solo alla società proprietaria, della quale tra l’altro ha puntualizzato di essere socio. Evidentemente il ritornello liberista sul Mercato che decide delle vite delle persone ha fatto breccia nell’amministrazione. Ma l’assessore all’urbanistica dovrebbe conoscere bene i fatti, visto che tra i documenti prodotti per giustificare i 10.000 mq di cemento nell’area ex Ginori di proprietà Unicoop, si parla di trasformare il supermercato di via Leopardi in “un negozio di abbigliamento, o Apparel Store”. Si tratta di un documento ufficiale redatto su carta intestata del Comune. Il Gruppo consiliare ICS-SBC denuncia nel modo più netto questa ennesima dimostrazione di superficialità e arroganza. Gli abitanti di Settimello, viale Togliatti, via Pratese e soprattutto quelli dei 576 appartamenti del PEEP Il Neto hanno il diritto di opporsi alla chiusura del supermercato di via Leopardi, perché esso costituisce un servizio che qualifica e legittima l’esistenza stessa del Piano di edilizia economica e popolare. Mentre è in atto lo stravolgimento di una vasta area della città, con la costruzione di un’accozzaglia di attività commerciali intorno al Museo di Doccia, la chiusura del Neto trasformerebbe il quartiere in un quartiere dormitorio. Il Gruppo consiliare ICS-SBC infine chiede all’assessore Sforzi se non abbia mai preso in considerazione i rischi che possono derivare dal conflitto tra l’essere socio Unicoop e contemporaneamente partecipare all’adozione di strumenti urbanistici che riguardano interessi di quella cooperativa.
Insieme Cambiamo Sesto – Per Sesto Bene Comune