Quercioli e Gandola: “In arrivo a Campi i rom del Poderaccio”

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Quercioli, Gandola

Il vizio è antico e si perpetua ogni volta dinanzi a tutte le scelte scomode che deve compiere la città di Firenze. Il campo rom di via del Poderaccio, nel quartiere 4 di Firenze, è in via di dismissione e dove si possono collocare le famiglie nomade ancora presenti? Ed ecco che rispunta subito Campi Bisenzio, ancora una volta, e come sempre, pronta ad accogliere tutte le funzioni sgradite.  Anche i rom di Firenze coinvolti nell’omicidio di Duccio Dini“.

Ad esprimersi così sono Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia, e Maria Serena Quercioli, capogruppo di Liberi di Cambiare, che aggiungono:

In questi giorni decine di residenti ci hanno telefonato per comunicarci l’arrivo, alla spicciolata, di famiglie rom presso l’istituito delle Suore Minime del Sacro Cuore di Poggio a Caiano presente in via San Donnino, a San Donnino, proprio davanti alla parrocchia. La notizia, raccontano, ha trovato poi le conferme del caso e così, nell’immobile ubicato nel cuore del borgo di San Donnino, stanno arrivando le famiglie che Nardella ha “sloggiato” dal campo del Poderaccio. Si tratta dell’ennesimo fatto inaccettabile avvenuto alle spalle della comunità campigiana che nessuno dell’amministrazione ha voluto debitamente informare. Tutto come sempre, avviene in gran segreto, evidentemente avendo timore ed imbarazzo a comunicare scelte scomode e sgradite“.

L’immobile di San Donnino – precisa Quercioliè stato per tanti anni un centro anziani diurno e veniva gestito dalla suore. Successivamente le suore sono tornate a Poggio a Caiano ed il grande Istituto ha iniziato ad essere gestito dalla società della salute che l’ha dato in gestione ad una cooperativa sociale. Oramai da molti anni accoglie i migranti che hanno già ottenuto lo status di rifugiati ed oggi a queste persone, che hanno bisogni e richieste peculiari, sono stati aggiunti i nomadi del Poderaccio”.

“Si tratta di una scelta improvvida che non condividiamo – attacca Gandolaper l’ennesima volta Campi Bisenzio e soprattutto le sue frazioni sono considerate zone dove collocare funzioni e servizi scomodi che impensieriscono la comunità locale già oberata da mille problemi e disservizi”.

Ed allora – continuano Gandola e Quercioli – che progetto è stato sviluppato per l’accoglienza di queste persone? Quante sono e cosa faranno? Chi pagherà il loro vitto ed alloggio? Quali controlli sanitari sono stati compiuti prima del trasferimento a San Donnino? Al momento l’amministrazione comunale non ha saputo dire nulla ma i cittadini pretendono giustamente delle risposte univoche. Altro che stadio, tramvia e servizi di ultima generazione. A Campi Bisenzio la realtà è terribilmente diversa tra disservizi, spaccio di droga, aggressioni e manutenzioni assenti”.

 

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