Il Gruppo di Lavoro “Cultura e Giovani” – Sinistra per Calenzano si esprime sulla vicenda con protagonista il Teatro delle Donne, gestore del Teatro comunale Manzoni fino al 31 dicembre 2020.
“Chi vuol male al Teatro delle Donne?
Non conosciamo le motivazioni che hanno mosso Sindaco e Assessore alla Cultura ad un incomprensibile, almeno all’apparenza, rigido diniego all’appello fatto dal Teatro delle Donne affinché gli si concedesse la possibilità di portare a termine il programma teatrale della stagione 2020-2021, in considerazione dell’attuale impossibilità a svolgere la programmazione a causa delle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria; progetto culturale finanziato dalla Regione Toscana con fondi per circa 94’000 €, che se non realizzato compiutamente andranno persi.
La richiesta si limitava ad una proroga sulla concessione della sede del teatro Manzoni fino a giugno prossimo. Cosa che non impedirebbe la legittima elaborazione del bando per rinnovarne la gestione, con la clausola di avviarla a giugno.
Conosciamo bene, invece, ciò che ha significato per Calenzano, ed il suo orizzonte culturale, l’operato del Teatro delle Donne, per il quale non possiamo che essere riconoscenti. Il ringraziamento per una feconda presenza artistica e culturale di caratura nazionale, che non può che inorgoglirci, è dovuto.
Conosciamo altresì bene la sofferenza del mondo culturale e dello spettacolo che più di ogni altro ha subito gli effetti devastanti della pandemia in atto, e più di ogni altro ha bisogno di essere curato nelle sue fragilità.
La fredda risposta del Sindaco alle ripetute accorate richieste di aiuto, che peraltro non risponde nel merito della denuncia dei dirigenti del Teatro, e l’acredine che trasuda dalle dichiarazioni dell’Assessore ci portano a rilevare con rammarico una preoccupante carenza di sensibilità sia verso la necessità di difendere la nostra cultura, sia verso il dovere di proteggere e supportare le nostre eccellenze artistiche in un momento di grave mortificante difficoltà. Il tutto ci appare arido, cinico quando non autolesionista.
Sia ben chiaro, riconosciamo la legittimità di proporre un nuovo bando per la gestione culturale della nostra città, per una questione di trasparenza, di democrazia ed anche di sperimentazione di nuovi percorsi. Non è questo il punto. Se il testimone deve essere passato questo non vuol dire che si debbano cancellare diciotto anni di spettacolare (nel senso vero della parola) crescita artistica, avvelenando i rapporti con chi ne è stato promotore, peraltro creando i presupposti, anche inconsciamente, per la labilità della sopravvivenza dello stesso. Oltre che una questione umana, etica e gestionale è anche una questione di buona politica.
Con questo ci sentiamo di solidarizzare col Teatro delle Donne, e di auspicare un ravvedimento dei nostri amministratori che incontri le esigenze del soggetto culturale che tanto lustro ha donato a Calenzano”.
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