Alessandro Martini, presidente dell’Associazione “IN NOME DEI DIRITTI ONLUS”, sottolinea nuovamente le difficoltà che stanno vivendo da più di otto mesi le famiglie di disabili intellettivi. Il presidente ha lanciato vari appelli alle istituzioni e alle forze politiche cittadine, in particolare i sindaci di Firenze, Scandicci e quelli della Piana fiorentina, e regionali (presidente Eugenio Giani, assessori alla sanità e al sociale, capigruppo), ma nessuna risposta – ci fa sapere Martini – è pervenuta, né nessuna azione è stata intrapresa nei confronti delle sue segnalazioni.
“Un periodo complicato come quello che stiamo attraversando, diventa drammatico per le tante famiglie di disabili relegate nella loro solitudine di invisibili a politica ed istituzioni.
Dal marzo scorso infatti, una condizione già tanto gravosa si è andata sempre più appesantendo per il ridursi di servizi e sostegni già insufficienti.
La fatica del peso assistenziale h24 dei propri figli disabili al 100% con handicap grave ed i relativi costi, maggiore stress e tensioni, tutto è stato scaricato sulle famiglie, composte spesso perlopiù da genitori avanti con gli anni.
La chiusura delle strutture semiresidenziali dal 16 marzo a metà giugno ha indubbiamente portato ad un risparmio per il SSN di almeno 150 euro al giorno per disabile. Un importo quindi che moltiplicato per il numero dei disabili porta ad una cifra importante.
Chiediamo che almeno parte di tale importo venga subito destinato per aiutare economicamente queste famiglie che si stanno accollando per intero la faticosa gestione dei figli disabili.
Nonostante la riapertura dei centri diurni (spesso limitata a poche ore settimanali) molti disabili non hanno mai ripreso la loro attività a causa soprattutto della mancata riorganizzazione del servizio di trasporto.
Interrompere ogni attività prevista dai PARG e fatta nei Centri Diurni Sanitari sta avendo conseguenze negative in questa fascia di cittadini fragili, le loro famiglie fanno da sempre grossi sacrifici ma stavolta non riescono ad aiutare i propri figli, il costo per un operatore professionale è infatti elevato e solo poche famiglie sono in grado di permetterselo.
Non è più accettabile trattare questi cittadini da INVISIBILI e sottacere le responsabilità di cura, a carico del SSN come prevede la Riforma Sanitaria del 1978 n. 833 dopo il richiamo alla Costituzione“.