1 gennaio 1946 – Nasce l’Ataf

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Autobus
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

Firenze 365

1 gennaio 1946 – Nasce l’ATAF

Negli ultimi centocinquanta anni lo sviluppo della città di Firenze è andato di pari passo con il progresso del suo sistema di mobilità pubblico. Raccontare il passaggio dall’omnibus al tram, dal filobus alla tranvia è come raccontare la storia di Firenze e l’evoluzione dei suoi costumi. La prima concessione per tranvie a cavalli fu affidata a tale Andrea Bettini che abbandonò rapidamente l’avventura e cedette l’attività alla Società dei Tramways Fiorentini detta anche la Belga per le origini dei suoi proprietari. I primi tram erano trainati da cavalli, ma già alla fine dell’Ottocento le linee furono elettrificate. Erano gli anni in cui il giornalista Luigi Bertelli, più conosciuto come Vamba, inneggiava al tram come simbolo di progresso:

Viva il via-vai,
viva il tranvai,
viva il progresso
e quelli che ce l’hanno messo   (Vamba)

Dopo il fallimento della Belga, avvenuto nel 1934, il Comune di Firenze affidò il trasporto pubblico alla Società di Trasporti Urbani di proprietà della Fiat. La rete fu potenziata grazie ad un programma che prevedeva l’uso di mezzi su gomma, ma nonostante tutto il tram continuò a mantenere un ruolo di primo piano nell’immaginario collettivo e non era raro trovarlo citato nelle canzoni dell’epoca:

Icchè si fa, gni’ dico, o dolce bella mia?
La fa: Pigliamo i’ tramme di Piazza Signoria.
Ma s’era rotto i’ filo e ‘un c’eran più partenze
allora siam tornati in Piazza San Firenze   (Odoardo Spadaro)

Nel 1945 il Comune di Firenze decise di municipalizzare i trasporti e così il primo gennaio 1946 nacque ufficialmente l’ATAF, ovvero l’Azienda Tranvie Autofilovie di Firenze che tra alti e bassi, è sopravvissuta fino al 2014 entrando, a suo modo, nel cuore dei fiorentini tanto da essere presente costantemente nelle gag del Grillo Canterino, trasmissione storica della sede Rai di Firenze dove l’Amneris e l’Iris erano in costante competizione con il fattorino:

– Questo biglietto l’è vecchio
– La un pretenderà mica che per viaggiare su questi cassoni con ventiquattro posti a sedere e cento ottantacinque ritti, si compri un biglietto novo tutte le volte!   (Wanda Pasquini)

DANIELE NICCOLI

1 COMMENTO

  1. Era l’anno 1952 mese di settembre quando dalle colline del Chianti fui portato a Firenze ospite da degli zii per frequentare la scuola “G. da Verrazzano”. L’abitazione degli zii era vicino alla scuola e in prossimità del capolinea del tram linea 6 in via Fra Paolo Sarpi linea che arrivava fino a piazza del Re alle Cascine. Ogni volta che la zia con il cugino ci salivamo era un evento e tanto divertimento. Alla salita il bigliettaio seduto sulla postazione più alta faceva il biglietto, finestrini scorrevoli, sedute ai lati in numero ridotto la maggior parte dei passeggeri in piedi attaccati con una mano alla barra longitudinale.Il tram strutturato in legno,le portiere inesistenti.Il conduttore quasi sempre in piedi al posto di guida, secondo la direzione. manovrava con un’asta il percorso. Sul pavimento c’era un pulsante che veniva pestato perchè un battacchio facesse suonare una campana per allontanare le persone all’arrivo del tram. Un’antenna legata ad una corda era innalzata fino alla rete elettrica, attaccata alle pareti dei palazzi, sovrastante il tram stesso. Periodi in cui i mezzi pubblici inquinavano meno. Viva il tram e la tranvia!!!

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