27 febbraio 1921 – L’omicidio di Spartaco Lavagnini

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

27 febbraio 1921 – L’omicidio di Spartaco Lavagnini

La giornata del 27 febbraio 1921 doveva essere caratterizzata dalla commemorazione di Luigi Bertelli il famoso Vamba, scrittore e giornalista fiorentino morto pochi mesi prima. Vamba era stato l’autore del celebre giornalino di Gian Burrasca. La rievocazione, affidata a Piero Calamandrei, fu però interrotta da una forte esplosione.

Ignoti avevano lanciato una bomba su un corteo di persone che si stava dirigendo in Piazza dell’Unità per deporre una corona al monumento ai caduti di tutte le guerre. Era l’ultimo degli episodi di guerriglia che da giorni funestavano la città.

I fascisti il 26 febbraio avevano distrutto la sede del giornale socialista “La Difesa” e da allora era stato un susseguirsi di scontri tra “rossi” e “neri”. La morte di un carabiniere a causa dell’esplosione determinò la reazione dura e “stranamente” rapida da parte dei fascisti guidati da Dino Perrone Compagni, il nuovo segretario politico regionale.

Nel pomeriggio cinque squadracce nere iniziarono a scorrazzare per il centro della città imponendo la chiusura dei negozi e scacciando i clienti a calci. Durante la serata un gruppo di squadristi fece irruzione nella sede del sindacato dei ferrovieri, al n. 2 di via Taddea. Nello stesso stabile si trovavano la federazione provinciale del Partito Comunista d’Italia e la redazione del periodico “Azione comunista”. Probabilmente i fascisti sapevano già chi avrebbero trovato. Sta di fatto che, appena visto un uomo dietro la scrivania che scriveva e fumava, gli spararono alcuni colpi che lo lasciarono morto sul pavimento.

Avvenne così l’omicidio di Spartaco Lavagnini, figura simbolo del movimento operaio e dell’opposizione al fascismo. Originario della Val di Chiana, Lavagnini era un impiegato delle ferrovie che nel 1910 si era trasferito a Firenze. Qui era diventato leader sindacale e politico, aderendo prima alla corrente rivoluzionaria del Partito Socialista e poi, dopo la scissione di Livorno, al Partito Comunista d’Italia. Fino al giorno della sua morte fu il direttore del periodico “Azione Comunista”.

Il Partito Comunista soltanto potrà guidare il proletariato
verso i suoi immancabili destini   (Spartaco Lavagnini)

Nei giorni successivi al suo omicidio ferrovieri e tranvieri scesero in sciopero. Ci furono scontri in tutta la città e anche nei comuni periferici. In San Frediano e a Ponte a Greve furono alzate anche delle barricate per resistere ai fascisti. Fu necessario l’intervento dell’esercito con cannoni e autoblindo per reprimere la rivolta. Le violenze squadriste dei giorni precedenti invece furono completamente trascurate a testimonianza dell’alleanza vincente che si stava realizzando tra fascisti e vecchi centri di potere.

DANIELE NICCOLI

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