4 aprile 1944 – Battaglia alla stazione di Montorsoli

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

4 aprile 1944 – Battaglia alla stazione di Montorsoli

Nel 1943, all’indomani dell’armistizio i primi antifascisti fiorentini decisi a combattere contro gli invasori tedeschi e contro le truppe della Repubblica di Salò iniziarono ad organizzarsi. Chi decise di darsi alla macchia scelse come prima base Monte Morello che fu teatro di molti scontri a fuoco. Il primo caduto della Resistenza fiorentina fu Giovanni Checcucci, sorpreso, durante una sosta, presso la chiesetta di Ceppeto. Era un comunista già condannato a sei anni dal Tribunale Speciale per aver svolto massiccia propaganda tra i soldati e gli studenti.

Nella primavera del 1944 i tedeschi prepararono una vasta operazione di rastrellamento nel Mugello. I partigiani venuti a sapere che il 4 Aprile un treno sarebbe partito da Firenze con a bordo molti ufficiali che avrebbero preso parte all’operazione, decisero per un attacco all’altezza della stazione di Montorsoli.

Un gruppo di una trentina di partigiani comandati da Marino Cosi si spostò da Cerreto Maggio per attaccare il treno 2328 alla stazione di Montorsoli.

L’operazione però non fu preparata con la necessaria segretezza e i tedeschi ebbero il modo di prendere le contromisure. Fecero fermare il treno qualche metro prima della stazione e passarono direttamente all’attacco.

Il primo a fare le spese di quell’attacco mal preparato fu Carlo Carmonini che si trovava sul treno e aveva il compito di aiutare i civili al momento dell’assalto.

I militari tedeschi e i fascisti presenti sul treno usarono i civili come scudo e riuscirono ad impossessarsi della stazione lasciata inspiegabilmente incustodita. Sparando dalle finestre del primo piano riuscirono ad uccidere due partigiani, Dino Ciolli e Mario Lazzerini. Quest’ultimo non morì subito, ma fu volontariamente lasciato morire dissanguato nel terreno adiacente alla stazione

L’assalto al treno si risolse con una sconfitta da un punto di vista militare ma ebbe una tale risonanza che molti giovani, ancora incerti e dubbiosi si convinsero, grazie a quest’episodio, ad entrare nelle fila della resistenza.

Daniele Niccoli

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