11 maggio 1952 – Don Cuba sfida i comunisti

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

11 maggio 1952 – Don Cuba sfida i comunisti

Danilo Cubattoli è stato lo storico sacerdote del quartiere di San Frediano della seconda metà del ‘900 e dei primi anni del nuovo millennio. Conosciuto da tutti come don Cuba, il sacerdote era un personaggio al di fuori degli schemi tradizionali. Alla fine degli anni ’40 con Ghita Vogel creò la casa famiglia che per più di mezzo secolo divenne rifugio di giovani disadattati ed ex carcerati. Oltre che per gli emarginati, nutrì una grande passione per il ciclismo tanto che il giorno della sua morte avvenuta il 2 dicembre 2006 La Nazione titolò così: Muore don Cubattoli, il prete ciclista, angelo per i detenuti.

L’11 maggio 1952 ebbe l’onore della copertina de La domenica del Corriere perché aveva sfidato un gruppo di giovani comunisti in una gara da Firenze a San Casciano e ritorno. Il parroco, definito anche prete volante, secondo le cronache dell’epoca sarebbe partito con sette minuti di handicap, ma avrebbe comunque stravinto la gara inducendo un poeta popolare a dedicargli questi versi:

Anno cinquantadue, mese di maggio,
un gruppo di ragazzi in San Frediano
montano in bicicletta e con coraggio
sfidano “il Cuba” fino a San Casciano…
Filava “il Cuba” che pareva il vento,
quel vento che rinfresca a primavera
Galluzzo, Tavernuzze… e in un momento
In fondo al gruppo: una tonaca nera…

Nel 1954 don Cuba affrontò un’altra sfida: raggiunse il Kilimangiaro in moto portandosi dietro un altare da viaggio e celebrò la messa a 6.000 metri di altezza in onore di tutti i lavoratori del mondo.

Per ventisei anni è stato cappellano negli istituti di pena delle Murate, Santa Verdiana e Sollicciano. Ha avuto modo di conoscere e supportare spiritualmente detenuti comuni, brigatisti, mafiosi ed extracomunitari. Grazie all’amicizia che lo legava a Pasolini, Fellini, Zeffirelli e altri registi ha fatto in modo che il cinema diventasse un mezzo per alleggerire la pena ai detenuti e per favorire il loro riadattamento. Non ha fatto mancare il suo conforto a nessun carcerato, neanche a quel Pietro Pacciani conosciuto come il Mostro di Firenze, di cui, pur subissato dalle polemiche, ha celebrato il funerale il 25 febbraio 1998.

Daniele Niccoli

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1 COMMENTO

  1. Conoscevo bene don Cuba. Sono stato con lui a Vada dove aveva un campeggio per ragazzi di San Frediano e anche Ghita Vogel che stava in via del Drago d’oro, recentemente scomparsa. Seguo sempre queste notizie perché sono una Guida Turistica di Firenze. Vorrei conoscerla.
    Saluti.
    Gian Piero

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