E’ stata una faticaccia, ma ne è valsa la pena. Missione compiuta. Stefano Zeni, biker di 37 anni, ha scalato trentanove volte Le Croci di Calenzano. Dislivello di 8.848 metri, l’altezza del monte Everest. Da qui “Everesting“, il nome dell’iniziativa organizzata dalla società sportiva sestese New MT Bike 2001 di cui Stefano fa parte da sei anni e AIL Firenze (Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma) con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca.
Lo abbiamo intervistato in esclusiva per parlare dell’impresa:
“La giornata è stata ottima a livello climatico visto che ci sono stati al massimo ventisei gradi. Sono partito alle 3 di sabato 17 luglio dalla piazza de Le Croci per concludere l’Everesting alle 18.15 circa. E’ stata una soddisfazione scalare 8.848 metri di dislivello. Non solo perché ho percorso altri sei giri raggiungendo i 10mila metri di dislivello, obiettivo nascosto che mi ero prefissato e che non avevo volutamente pubblicizzato. Le scalate sono state quarantacinque. L’evento in generale è terminato intorno alle 20.30 di sabato 17 luglio. Pensavo di faticare molto di più. Invece è andata meglio del previsto. Non ci sono state sorprese in negativo. E’ andato veramente tutto bene”.
In piazza de Le Croci c’è stata la raccolta fondi. Per quanto riguarda, invece, le donazioni online, mi sarei aspettato di più (www.retedeldono.it). Everesting non è una gara, ma una sfida contro sé stessi. Abbiamo messo in secondo piano l’aspetto competitivo, l’importante era sponsorizzare la donazione”.
A detenere il record di Everesting è Alberto Contador. Nel luglio 2020 il ciclista spagnolo, ritiratosi nel 2017, ha superato gli 8.848 metri di dislivello in 7 ore, 27 minuti e 20 secondi.
“Mi sono venute a trovare tante persone, anche dal mare e dall’Emilia Romagna. Alcune di queste hanno scalato con me, per alcuni giri, Le Croci – continua Stefano Zeni -. Desidero ringraziare mia moglie Martina, Andrea Guerrini (presidente), Marco Gianassi (Porvere), Marco D’Aguí (D’Aguix), Massimo Vannini (Bolla), Roberto Calvanelli (Calva), Giovanni Cecchi (Giova), Alessandro Casini (Patron) e tutti gli altri amici che mi hanno sostenuto nel corso delle 15 ore e 30 minuti di pedalata.
I prossimi progetti? Continuerò a correre gare amatoriali, anche se all’orizzonte non ci sono eventi“.
STEFANO NICCOLI