9 agosto 1944 – Un Potente partigiano

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Piazza Santo Spirito Aligi Braducci (Targa) 2
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

9 agosto 1944 – Un Potente partigiano

L’armistizio dell’8 Settembre 1943 gettò l’esercito italiano, lasciato senza ordini dal Re e dal primo Ministro Pietro Badoglio, nel caos più assoluto.
Di fronte a tale sfascio il tenente Aligi Barducci, fiorentino d’oltrarno, fu uno dei primi a compiere una scelta netta. A Roma si unì alle truppe della divisione Ariete che si opposero ai tedeschi scesi dalla Germania per occupare la Capitale. Quando giunse l’ordine di ritirarsi verso Tivoli divenne per lui quasi inevitabile la decisione di tornare a Firenze.

L’esercito e gran parte del Paese erano ormai in balìa dei tedeschi e tanta era la delusione di chi aveva servito con fiducia la Patria per tanti anni. Per Barducci, e molti altri, quegli eventi furono decisivi per la scelta di proseguire la guerra contro i tedeschi nella fila partigiane.

Dopo un breve periodo dedicato alla lotta clandestina in città, intorno alla metà del febbraio 1944, Aligi raggiunse le truppe partigiane su Monte Morello. Era un momento in cui la Resistenza aveva bisogno di elementi esperti nel campo militare e fu per questo che la carriera di Aligi fu rapida nonostante l’iniziale diffidenza nei confronti di chi aveva servito fino a pochi mesi prima l’esercito di Mussolini.

D’altra parte Aligi, grazie al suo comportamento, si guadagnò rapidamente la fiducia dei compagni e diventò subito uno di loro. Si dovette scegliere un nome di battaglia che alla fine fu Potente come il nome della pattuglia che comandava al tempo del suo servizio nell’esercito.

Sostare sul Monte Morello, così vicino alla città, diventò per i partigiani sempre più pericoloso tanto che arrivò l’ordine di trasferimento, insieme a tutte le truppe garibaldine tosco-romagnole, sul Monte Falterona. Il gruppo di Potente non raggiunse mai le sorgenti dell’Arno perché nel frattempo era giunta la notizia del sanguinoso rastrellamento tedesco su quei monti.

I partigiani toscani si riorganizzarono sul Monte Giovi e proprio a Potente fu dato l’incarico di costituire e comandare una brigata che raccogliesse tutte le formazioni partigiane della zona con nuova sede sul Pratomagno. Il 7 Luglio dopo la costituzione di due nuove Brigate garibaldine, il Comitato di Liberazione dispose la costituzione della Divisione Arno che fu affidata allo stesso Potente.

A lui fu assegnato l’incarico di condurla fino a Firenze e di predisporsi alla liberazione della città. La marcia verso Firenze, passando in mezzo alle truppe nemiche (qualche volta anche a pochi metri di distanza), fu un vero capolavoro di strategia. Il 4 agosto avvenne il primo contatto con le truppe alleate. Il 6 agosto, dopo aver scongiurato il disarmo da parte delle truppe alleate, Potente ottenne l’incarico di condurre le operazioni per la liberazione della città, ma non riuscì a partecipare all’insurrezione. Fu ferito da un colpo di mortaio in Piazza Santo Spirito la sera dell’8. Morì il 9 Agosto 1944

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Daniele Niccoli

 

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