10 settembre 1979 – Il concerto di Patti Smith

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Concerto rock
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

10 settembre 1979 – Il concerto di Patti Smith

L’Italia del 1979 era un Paese devastato da anni di violenza. Il terrorismo, rosso e nero, aveva lasciato una scia di sangue lunga più di un decennio. Anche la musica era rimasta coinvolta da quel clima infuocato. Nel 1971 i Led Zeppelin, loro malgrado, furono coinvolti in un disastroso concerto al Vigorelli di Milano.

In un‘epoca segnata dagli scontri per l’autoriduzione del biglietto, gli organizzatori pensarono bene di far suonare la band nella stessa serata di Gianni Morandi e Wilma Goich. Tra rockettari, famiglie da festival di Sanremo ed extraparlamentari si creò un clima di tensione cui la polizia rispose nella maniera peggiore, caricando e sparando lacrimogeni.

Alla quarta canzone, Dazed and Confused dopo solo ventisei minuti di concerto, gli Zeppelin furono costretti a ritirarsi in camerino. Il palco fu devastato e gli strumenti musicali saccheggiati. Il leader del gruppo, Robert Plant, dichiarò che i Led Zeppelin non sarebbero più tornati a suonare in Italia e così fu anche per molti altri artisti rock.

Fu solo nel 1979 che Patti Smith decise di esibirsi prima a Bologna e poi a Firenze vincendo così l’isolamento in cui l’Italia si era cacciata. La mancanza delle grandi stelle del rock dai palchi italiani intanto aveva creato un clima irripetibile. Per questo un artista come la cosiddetta sacerdotessa del rock abituata fino a quel momento a un pubblico di 5-10.000 persone si trovò improvvisamente di fronte alle 70.000 di Firenze. Le persone che popolarono le tribune e il prato del Comunale di Firenze, in crisi di astinenza da rock, si aspettavano una guerriera anarchica, ma si trovarono di fronte un’artista che parlava di cambiamenti di tipo spirituale, sventolava la bandiera americana simbolo del capitalismo e inneggiava a Papa Luciani.

La musica è riconciliazione con Dio (Patti Smith)

Insomma non era la rivoluzionaria che si erano artificiosamente creati nella loro mente ma, nonostante questo, è rimasta l’icona di una generazione di fiorentini desiderosi di trasgressione.

Ho avuto il privilegio di crescere in un periodo di rivoluzione culturale.
E la musica ne è una componente.
Forse non sono stata che una pedina, ma sono contenta,
comunque, di aver contribuito a cambiare qualcosa (Patti Smith)

Il tempo poi ha fatto il resto e così oggi la notte del concerto di Patti Smith è ricordata da chi vi ha partecipato come qualcosa di mitico.

Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene a noi (Patti Smith)

Daniele Niccoli

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