Matteo Renzi fa il bis. Cinque anni dopo, l’ex Presidente del Consiglio torna a Sesto Fiorentino a due settimane di distanza dalle elezioni comunali, in programma domenica 3 e lunedì 4 ottobre. Il leader di Italia Viva ha tirato la volata al candidato sindaco Gabriele Toccafondi. Nel 2016 era toccato a Lorenzo Zambini ricevere l’endorsement.
Un vero e proprio show, quello di Renzi, scagliatosi contro il Pd, il suo vecchio partito, reo – è l’opinione del senatore – di aver cambiato idea sullo sviluppo dell’aeroporto di Firenze.
“Sono felice perché vedo tanti volti amici. Noi chiediamo il volto della gente, ancor prima del voto. Sono contento che Gabriele abbia fatto una scelta che non gli conveniva – ha esordito Matteo Renzi -. Capitolo aeroporto: si gioca un pezzo del futuro dei posti di lavoro. E’ inutile parlare di difesa dei posti di lavoro, se non si fanno le infrastrutture. Siamo contenti che la procedura di licenziamento dei lavoratori della GKN sia stata dichiarata illegittima.
Se non si realizzano le infrastrutture, non si ha la credibilità per modernizzare il territorio. A Sesto qualcuno deve chiedere scusa: non a me e a Gabriele Toccafondi, ma – e vi stupisco – a Gianni Gianassi. Sapete chi deve chiedergli scusa? Il Pd fiorentino e Dario Nardella che hanno vergognosamente cambiato idea sull’aeroporto. Ho combattuto duramente con Gianassi che è sempre stato fermo sulla sua posizione contraria allo sviluppo dello scalo di Peretola, anche se non la condivido. La sua idea merita rispetto. Nel Pd fiorentino erano tutti favorevoli all’aeroporto. Ora stanno tutti zitti a sostegno di Lorenzo Falchi solo perché devono conservare uno scampolo di ruolo all’interno del partito. Noi, prima che al partito, pensiamo al Paese. Stiamo dalla parte dei lavoratori, non dalla parte degli aspiranti assessori. Se il Pd avesse avuto un briciolo di dignità, si sarebbe schierato a fianco dell’aeroporto e dei suoi lavoratori, non dalla parte delle ambizioni personali di chi vuole andare in giunta con Falchi.
Campagna elettorale incentrata sul Pd e sull’aeroporto? Non ce l’abbiamo con il Pd. E’ il Pd che è contro il Pd. La battaglia per l’aeroporto non l’ho inventata io. Il presidente Eugenio Giani la porta avanti da quando c’erano i mondiali di Italia ’90. Il Partito Democratico ha deciso di andare contro il Partito Democratico. Il simbolo del dietrofront è il sindaco della Città Metropolitana: Dario (Nardella, ndr) è un amico fraterno mio e di Gabriele (Toccafondi, ndr). Noi siamo con la Sesto che dice sì. Senza aeroporto saltano i posti di lavoro“.
“Quando mi sono candidato, in tanti mi hanno chiesto: ‘Chi te lo fa fare?’. Me lo fa fare la coscienza e la passione per la politica – ha concluso Gabriele Toccafondi -. Non ci vergogniamo di quanto fatto in questi anni a Sesto. Qualcuno, invece, ha cambiato idea. La politica non è questa, noi abbiamo la schiena dritta. Andiamo controcorrente, siamo riformisti. Siamo differenti dai sovranisti e dai populisti. A Sesto c’è, poi, una terza categoria: i masochisti, cioè il Pd. Non vogliamo essere considerati gli ignavi di turno. Noi una scelta chiara e netta l’abbiamo fatta. Abbiamo preso posizione che è un concetto diverso da quello di posizionarsi”.
STEFANO NICCOLI