#CoopforUcraina. E’ il nome della raccolta fondi promossa da Coop e Unicoop Firenze a sostegno delle famiglie ucraine in fuga dalla guerra. La campagna sostiene l’Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR, la Comunità di Sant‘Egidio e Medici Senza Frontiere, da anni presenti sul territorio ucraino.
Le cooperative hanno stanziato 500mila euro che si sommano alle donazioni di soci e consumatori raccolte da sabato 5 marzo. L’obiettivo è superare un milione di euro per fornire assistenza sanitaria, kit di primo soccorso, cibo, vestiti e accoglienza al confine con l’Ucraina.
COME DONARE
Soci e consumatori possono donare alle casse importi di uno, cinque, dieci, venti, cinquanta o cento euro. In alternativa è possibile donare attraverso:
- la piattaforma eppela.com/coopforucraina;
- il conto corrente IBAN – IT 36 H 02008 05364 00010635816
LA PRESENTAZIONE DELLA RACCOLTA FONDI
Nella mattinata di sabato 5 marzo il Centro Sesto Coop Fi di via Petrosa ha ospitato la presentazione della raccolta fondi. Hanno partecipato la presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Daniela Mori, il presidente Anci Toscana e sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e l’assistente al Consolato d’Ucraina a Firenze, Oxana Polataichouk.
“Siamo alla catastrofe umanitaria. Le nostre città sono state rase al suolo. Stamattina ho sentito mio fratello: mi ha detto che tra qualche giorno la gente non avrà più da mangiare. La solidarietà italiana è importantissima. Senza l’appoggio dell’Europa non ce la facciamo. In nome del mio popolo, vi ringraziamo tanto. Abbiamo un grande deposito a Novoli grazie all’aiuto delle Misericordie. Gli aiuti primari sono quelli alimentari. Abbiamo un grande nemico di fronte, ma sono orgogliosa del mio popolo“, ha detto Oxana Polataichouk.
“C’è bisogno di dare una mano perché l’emergenza umanitaria sta arrivando. Se la follia di Putin non si fermerà, i numeri sono destinati a crescere – ha aggiunto Matteo Biffoni – . Il flusso di persone provenienti dall’Ucraina, per ora, è abbastanza contenuto, ma è in costante aumento. Cercheremo di aiutare chi, in questo momento, si trova ancora in Ucraina, anche se sappiamo che non è semplice.
Il raccordo col Ministero dell’Interno è costante. C’è una copertura umanitaria temporanea perché queste persone vogliono tornare, giustamente, nelle loro abitazioni. Gli ucraini in arrivo sul nostro territorio trovano alloggio nei primi giorni, ma non basta. Per questo motivo abbiamo già fatto scattare i sistemi di protezione nazionali, i CAS, e quelli di accoglienza comunali, i SAI. Prendiamo in considerazione anche la peggiore delle ipotesi, nel caso si concretizzasse: infatti ci stiamo organizzando per accogliere 600-700mila persone. Questi sono i dati in arrivo dal Ministero, anche se lo scenario cambia ogni giorno“.
STEFANO NICCOLI