Aeroporto, Legambiente Sesto: “Verrebbe distrutto unico polmone verde della Piana”

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Simone Guidotti (Legambiente Sesto)
Foto: TuttoSesto

10 novembre-23 dicembre. Più di un mese di dibattito pubblico. Argomento: la realizzazione della nuova pista dell’aeroporto di Firenze. A coordinarlo sarà Alberto Cena, presidente di Avventura Urbana. Si tratta solo del primo passaggio perché poi Toscana Aeroporti dovrà attivare i passaggi formali veri e propri: la procedura di VIA/VAS presso il Ministero della transizione ecologica e, soprattutto, la conferenza dei servizi.

Nel frattempo cresce il fronte del no. La posizione di Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, è risaputa da tempo. “La realizzazione del nuovo aeroporto è un errore da un punto di vista ambientale, economico e di modello di sviluppo” ha detto il 6 ottobre scorso in un’intervista rilasciata a Tv Prato. Si tratta dell’ultima dichiarazione, in ordine cronologico, contraria al nuovo scalo fiorentino. Pochi giorni fa gli ha fatto eco Riccardo Prestini, primo cittadino di Calenzano. “Non serve un aeroporto più grande, vogliamo invece che venga data finalmente attuazione al Parco agricolo della Piana” le sue parole riportate da La Nazione nell’edizione di domenica 30 ottobre 2022.

A proposito di no all’aeroporto e di Parco della Piana. Un’opinione importante su questa vicenda è quella di Simone Guidotti, presidente del circolo sestese di Legambiente. Mi accoglie nell’area naturale “La Querciola” in via del Pantano, il suo regno, nel pomeriggio di martedì primo novembre.

“Non entro nelle questioni tecniche. Mi concentro piuttosto sul lato ambientale. Parlare di verde sopra il tetto del nuovo aeroporto è una presa di giro. Realizzare il nuovo scalo nella piana di Sesto significa distruggere l’unico polmone verde di tutta l’area fiorentina che già qualche decennio fa era stata pensata come area parco. Il parco non sarebbe dovuto essere solo l’habitat naturale degli animali, ma anche il luogo ideale per fare sport e passeggiate e anche agricoltura non invasiva – dice Simone Guidotti -. Il nuovo aeroporto farebbe saltare tutte queste possibilità. Inoltre una piana così verde fa sì che i centri abitati, specialmente quello di Sesto Fiorentino, abbiano meno difficoltà con l’inquinamento dell’aria per effetto degli scambi di masse d’aria tra Monte Morello e la piana.

Dobbiamo considerare anche l’aspetto naturalistico vero e proprio. La piana è sempre stata punto di sosta e transito durante le emigrazioni. Anche quest’anno più di mille gru sono transitate nella piana di Sesto. Siamo arrivati a 250 specie d’uccelli osservate su 550 dell’avifauna nazionale. E non dimentichiamoci della parte arborea, dei rettili e degli anfibi. E’ inutile dire ‘si sposta il parco da un’altra parte’. Ci sarebbero anche problemi pratici perché per arrivare a Sesto dall’Osmannoro bisognerebbe fare 7-8 chilometri. Il sottopasso della pista non solo è impossibile da realizzare, ma è anche vietato perché la pista ha bisogno di un sedime molto profondo, sui 18 metri circa.

In un raggio abbastanza ristretto ci sono gli aeroporti di Bologna, Pisa e Firenze. C’è bisogno veramente di un altro scalo? L’obiettivo è far arrivare i turisti per poi farli scappare subito visto che a Firenze il turismo è quello di tipo mordi e fuggi?

Anche per quanto riguarda l’iter, al momento ci sono solo chiacchiere perché l’Enac non ha approvato nessun documento. Sarebbe stato meglio presentare prima il progetto a Enac. Come approccio mi sembra scorretto. Meglio sviluppare il sistema di comunicazione con Pisa. Inutile girarci intorno: l’aeroporto di Firenze non potrà mai diventare di livello internazionale. Sviluppiamo Pisa trasformandolo in internazionale. Chiudere Peretola? Sarei per eliminarlo, ma è una fantaidea (ride, ndr). Mettiamolo in sicurezza visto che da più di vent’anni si atterra fuori regola. Più di così, però, non si può fare. Il circolo sestese di Legambiente appoggia la posizione del sindaco Lorenzo Falchi. 

C’è anche un altro problema. Non esistono piste monodirezionali. Lo dice Enac, non io. Laddove ci fosse la necessità di fare una partenza verso Firenze, gli aerei passerebbero pochi metri sopra la cupola. Riduciamo il numero dei voli sul capoluogo toscano.
Un’ultima riflessione: la piana di Sesto è prettamente alluvionale. Com’è possibile realizzare la pista sopraelevata in queste condizioni? E il polo scientifico che fine farebbe?. La nuova pista non può essere costruita, punto“.

STEFANO NICCOLI

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