Lavoro nella Piana Fiorentina: la Cgil lancia l’allarme

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“La Piana non sta benissimo. Sta meglio di altri territori, perché rimane un territorio a vocazione manifatturiera, però in prospettiva la preoccupazione è che si finiscano tutti gli ammortizzatori e si rischi, se non c’è una ripresa dell’economia, se non ci sono investimenti mirati, di veder diminuire l’occupazione in valori assoluti. E, quando poi si parla di riconversione, noi rischiamo di averne una verso lavori del terziario, più poveri e precari. In tutto questo, si va in pensione più tardi e con assegni più leggeri rispetto al caro vita. Servirebbero più ammortizzatori, servirebbero più investimenti mirati per l’innovazione. Per questo sabato 25 ottobre saremo in piazza a Roma come Cgil, perché la Manovra del Governo non va bene e va cambiata”. 

Così Elena Aiazzi, responsabile Cgil per la Piana fiorentina, in conferenza stampa alla Camera del Lavoro di Sesto Fiorentino per fare il punto sulla situazione del territorio, insieme ad esponenti di alcune categorie dell’organizzazione, e lanciare la mobilitazione Cgil del 25 ottobre.

Confrontando il primo trimestre del 2025 su quello del 2024 c’è un aumento della disoccupazione nella Piana, mentre gli avviamenti al lavoro sono perlopiù precari o rappresentano sostituzioni (e non lavoro nuovo) in tutto il territorio fiorentino. Ha detto Aiazzi: “Siamo purtroppo a denunciare questa brutta abitudine che ha questo governo di non occuparsi del lavoro e soprattutto delle politiche di ripresa industriale. Noi siamo colpiti sulla Piana dagli effetti della situazione internazionale ma anche dalla mancanza di interventi a favore dei salari e del lavoro. Inoltre, vengono depotenziati i controlli per effetto del Decreto semplificazione, e noi qui ci troviamo situazioni purtroppo con società ‘guscio’, cooperative apri e chiudi, appalti di appalti quindi subappalti, dove il valore aggiunto è pochissimo e si cerca il profitto sulla pelle dei lavoratori che sono impiegati più del dovuto senza corrette remunerazioni. Queste società chiudono, falliscono per poi riaprire sotto un altro nome e continuare questa trafila. Nella Piana ogni settore ha qualche criticità: abbiamo la filiera della moda, abbiamo tutto il settore del lavoro terziario, la metalmeccanica legata alla filiera della moda e poi la logistica che sta subendo molto il calo dell’esportazione, oltre all’automotive, c’è la necessità che si attivino gli strumenti messi in campo anche dalla Regione”.

Ha aggiunto Maurizio Garofano di Fiom Cgil: “Nell’accessorio moda negli ultimi mesi sono aumentate le richieste di cassa integrazione, basti pensare che fino all’80% dei lavoratori del settore sono stati interessati da ammortizzatori sociali, ma il problema vero è che non si vede nemmeno l’elemento di ripartenza, e soprattutto stanno esaurendosi gli ammortizzatori stessi. Già abbiamo perso occupazione, e si tratta di persone che non vengono ricollocate facilmente in un settore che è comunque in ginocchio. Poi ovviamente la crisi morde un po’ dovunque, anche su altri settori, a partire dall’Automotive, con la Gkn e non solo. Urge poi il rinnovo del Contratto dei metalmeccanici”.

Ha detto Giovanni Vangi di Filcams Cgil: “Con il Centro Commerciale I Gigli è in corso una vertenza sui giorni di lavoro nelle festività, noi diciamo che tutte le festività devono essere tali, altrimenti è inutile scrivere nei contratti nazionali quali sono. Abbiamo recentemente indirizzato positivamente la vertenza Contacta, call center di Mondo Convenienza: la sede resta a Campi Bisenzio, sono scongiurati i licenziamenti, ci saranno ammortizzatori sociali. A breve incontreremo poi la dirigenza di Panorama a I Gigli, temiamo il rischio chiusura ma metteremo in campo il massimo impegno per trovare eventualmente altre soluzioni e tutelare chi ci lavora”.
 
Ha concluso Stefano Gorelli di Filt Cgil: “La logistica è un settore legato alla produzione. Stiamo andando in contro-tendenza rispetto a qualche anno fa, quando c’era un incremento continuo di manodopera. Adesso stiamo tornando indietro, e si segnale il problema degli appalti al massimo ribasso e delle loro conseguenze”.

Infine, la Filctem Cgil, insieme a Cisl e Uil di categoria, esprime “forte preoccupazione per l’emendamento che eliminerebbe di fatto la responsabilità delle imprese committenti rispetto alle irregolarità nelle filiere, un arretramento grave e incomprensibile. Questa scelta, discussa in un tavolo ministeriale da cui i sindacati sono stati esclusi, minaccia direttamente il “modello fiorentino”, da anni impegnato in un lavoro corale tra istituzioni, sindacato e imprese per contrastare lo sfruttamento. Un sistema che va rafforzato, non smantellato da norme che indeboliscono i presidi di legalità. Nel nostro territorio, anche a seguito delle inchieste della Procura di Milano e dei commissariamenti, abbiamo visto i brand intensificare i controlli con miglioramenti tangibili nelle filiere. Ora, questa proposta normativa rischia di vanificare i progressi fatti. Il rilancio del Made in Italy non può avvenire al ribasso sui diritti. Chiediamo un incontro urgente con il Ministero per avere spiegazioni e ribadire che la qualità di un prodotto passa anche dal rispetto del lavoro che lo crea”

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