Inizia a dipanarsi l’intricata matassa politica sestese.
Il Partito Democratico chiude il tempestoso periodo del commissariamento con l’elezione di Alessandro Baldi a segretario dell’unione comunale (LEGGI QUI). Con questo atto, e la contemporanea rinuncia degli otto ex consiglieri al ricorso contro l’espulsione, si compie all’interno del Pd sestese una vera e propria rivoluzione copernicana. Un rinnovamento che sarà presto giudicato dagli elettori. Prima, però, il Pd dovrà sciogliere il nodo della candidatura. Il segretario regionale Dario Parrini non ha parlato di primarie, ma di “discussione sulla candidatura” (LEGGI QUI). Che lo strumento tanto amato e agognato dal primo Renzi venga tenuto in soffitta anche questa volta? Certo che, fino ad ora, a parte Sara Biagiotti nessuno si è fatto pubblicamente avanti. Chiunque sarà il candidato dovrà confrontarsi con le questioni dell’inceneritore e dell’aeroporto su cui gran parte dell’opinione pubblica sestese sembra avere idee diverse da quelle del Partito Democratico (Rossi, Nardella e, in qualche circostanza, Biagiotti).
A sinistra del Pd prove di coalizione si diceva qualche giorno fa. Ma come stanno andando? Anche in questo caso qualcosa si muove. In occasione del dibattito “Democrazia e lavoro” a cui ha partecipato l’eurodeputato Sergio Cofferati, l’ex sindaco Gianni Gianassi ha annunciato la partecipazione di Sinistra Italiana alla prossima consultazione elettorale (LEGGI QUI), ma non si è sbilanciato su possibili alleanze. Data per scontata l’adesione di SEL, sembra plausibile anche quella di Per Sesto che fa capo a Damiano Sforzi e agli otto ex consiglieri espulsi dal Pd. Niente sappiamo invece di Alternativa Libera-Possibile che, forse per prima, aveva lanciato l’idea di una coalizione che partisse proprio dalla battaglia contro l’inceneritore e l’aeroporto (LEGGI QUI). Misteriosa anche la posizione di Maurizio Quercioli che già nell’ottobre 2015 in un intervista a Radio Geronimo aveva annunciato la sua candidatura (LEGGI QUI). Presente alla serata con Cofferati, ha preferito non intervenire nel dibattito.
Chissà se alla fine le parole pronunciate dallo stesso Cofferati a proposito del futuro gruppo dirigente di Sinistra Italiana potranno valere anche per una coalizione della sinistra sestese: “Vogliamo difendere dei valori e non offrire vuote rappresentazioni e per farlo dovremo avere un gruppo dirigente ricco dell’entusiasmo dei giovani e della generosità dei meno giovani che saranno pronti a mettere a disposizione la propria esperienza”.
Il Movimento 5 Stelle prosegue la corsa in solitario. Sarà sufficiente la spinta propulsiva garantita dai successi a livello nazionale? Nell’ultima tornata elettorale i voti per il Movimento furono meno di quelli attesi, ma c’è chi ha lavorato per aumentare il radicamento sul territorio. Al solito saranno le urne a darci una risposta.
Forza Italia annuncia battaglia. Intuendo difficoltà a sinistra, si sta organizzando per espugnare Sesto. Anche l’onorevole Renato Brunetta parteciperà alla campagna elettorale che, nelle intenzioni, dovrebbe portare per la prima volta la destra a governare la città (LEGGI QUI). L’impresa, in considerazione degli ultimi risultati elettorali, sembra quanto meno ardua, ma è anche vero che il nuovo gruppo dirigente si sta dimostrando molto intraprendente.
Sullo sfondo anche la Lega, anche ieri (sabato 30 gennaio, ndr) presente in piazza Vittorio Veneto con il banchino informativo, e Laboratorio Italia (LEGGI QUI) che certamente dovranno lavorare molto nei prossimi mesi.
Intanto rimane delicata la situazione occupazionale. Tutti i gruppi politici si sono dimostrati solidali con i lavoratori del Centro Meccanografico Postale di via Pasolini, ma per ora non si registrano cambiamenti di rotta da parte del Governo. Alla situazione di disagio di molte realtà del territorio si aggiunge anche quella dei lavoratori di Toscana Aeroporti (LEGGI QUI). Molti di loro rischiano di non essere confermati nonostante le promesse di nuovi posti di lavoro sbandierati dalla dirigenza della società. Verranno sostituiti nelle loro mansioni da lavoratori di cooperative che applicano un contratto meno retribuito e meno garantito.
Una situazione che dovrebbe far riflettere forze politiche e sindacati. La Toscana è la terra in cui le cooperative sono nate spinte da un senso di solidarietà che oggi si è quasi completamente perduto. Forse sarebbe il caso che a certe realtà imprenditoriali non fossero concessi né privilegi fiscali, né, tantomeno la possibilità di utilizzare sigle (cooperativa) che mascherano situazioni di sfruttamento.
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