Nei giorni scorsi il sindaco di Firenze Dario Nardella ha parlato del progetto “Grande Firenze” (LEGGI QUI).
Non si sono fatte attendere le reazioni. Ecco quella di Paolo Giovannini e Paolo Gandola di Forza Italia.
Nella Toscana dei campanili stanno andando in scena prove tecniche di fusione dopo che il Sindaco metropolitano Dario Nardella, spalleggiato da quello di Campi, ha aperto il dibattito in merito alla Grande Firenze un mega Comune da 656 abitanti annettendo a Firenze i territori vicini: Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa, Calenzano, Sesto Fiorentino, Scandicci, Fiesole, Impruneta e Pontassieve.
Certo, per intanto, dichiarano in una nota il Coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze Paolo Giovanni insieme al suo Vice Paolo Gandola, ci pare che già solo l’idea sia una notizia, visto e considerato che finora i Comuni della Piana Fiorentina hanno sempre giocato in difesa del proprio campanile senza quasi mai attuare un gioco di squadra in una ottica di area vasta. A riprova di ciò basti pensare all’assenza di un sistema di interscambio della mobilità urbana tra i Comuni della Piana Fiorentina da sempre scollegati.
Ciò premesso l’idea di passare da 12 comuni ad un’unica grande Firenze ci sembra fin troppo fantasiosa: vi è il rischio concreto che in tal modo tutto resti come è.
L’esperienza fin qui accumulata, anche in Toscana, ha dimostrato come le fusioni non possono essere a freddo e la Regione non possa dunque procedere contro il volere delle singole Comunità. Immaginare dunque che in tre anni e mezzo, come indicato dal Sindaco metropolitano Nardella, si possa convincere tutte le popolazioni che dovranno esprimersi tramite referendum ci pare francamente vera e propria fantascienza.
Nondimeno una area così vasta, così come quella che si andrebbe a determinare con la Grande Firenze produrrebbe, certo, benefici in chiave di spending review ma si ripercuoterebbero anche tutte le criticità che attanagliano Città dalle così ampie dimensioni.
Forza Italia ritiene dunque prioritario procedere per gradi e nel rispetto delle volontà popolari. Per questa ragione, insieme al Coordinatore regionale azzurro Stefano Mugnai, settimana scorsa abbiamo aperto il dibattito in merito alla fusione tra Scandicci e Lastra a Signa due Comuni tra loro contigui e che già oggi hanno in comune importanti settori amministrativi e di servizi. Invero, Signa oramai da anni ha sviluppato una propria colorazione di tipo amministrativo con il contiguo Comune di Campi Bisenzio con il quale condivide, ad esempio, alcune strutture scolastiche.
Insomma, continuano Giovannini e Gandola, occorre procedere con razionalità senza essere animati dalla foga alla visibilità che rischia di vanificare un processo aggregativo che comunque è e resta fondamentale.
D’altronde il dibattito sulla Grande Firenze avviato in questi giorni sugli organi di stampa non ha trovato concordi nemmeno gli stessi Sindaci dei Comuni della Piana, tutti espressione del partito democratico, giacché sia il Sindaco di Signa che quello di Calenzano hanno manifestato forti perplessità se non una vera e propria contrarietà. Nardella ed il partito democratico dunque riconducano il dibattito delle fusione nei più consoni binari istituzionali non limitandosi ad una discussione tutta interna al PD.
Per prima cosa, si avvii un tavolo tecnico, un gruppo di lavoro composto dai consiglieri comunali in rappresentanza dei gruppi di maggioranza e delle opposizioni dei Comuni interessati, affinché si possa procedere dapprima ad una ricognizione della situazione fiorentina, così da comprenderne criticità e punti di forza del progetto, quindi ad una successiva analisi in chiave comparativa con le corrispondenti altre realtà del panorama italiano per le quali è stata prevista la creazione delle città con particolare attenzione ai casi dove la sperimentazione di nuove forme di decentramento nella forma di Municipi/Municipalità è già stata attuata.
Da questa punto vista Forza Italia c’è e ci sarà nell’interesse di dare ai cittadini dei nostri Comuni migliori servizi, migliore programmazione a costi inferiori, concludono Giovannini e Gandola.