Progetto lavoro sicuro, Gandola e Tauriello (FI): “Controlli anche dopo il 2016”

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Quali sono, a Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, i risultati del progetto “Lavoro Sicuro” promosso dalla Regione Toscana?

A chiederlo, con un’interrogazione presentata nei rispettivi consigli comunali, sono stati Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia a Campi Bisenzio, e Maria Tauriello, Capogruppo di Forza Italia a Sesto Fiorentino.

Dopo il rogo della “Teresa moda” a Prato, dove morirono sette operai cinesi che lavoravano e abitavano nella stessa fabbrica, la Regione Toscana diede vita al progetto “Lavoro sicuro”; un piano triennale straordinario con cui la Regione decise di lanciare il guanto della sfida per contrastare in maniera netta e decisa quell’illegalità che sviluppa un’economia sommersa e un nero che, secondo l’Irpet, raggiunge un miliardo di euro l’anno in condizioni di lavoro disumane e senza alcuna garanzia per i lavoratori.

Quali sono dunque i risultati dei controlli operati sulle aziende che operano a Campi e a Sesto?

Partiamo dai numeri. A Campi, sono state controllate 88 aziende, il 62% ha ricevuto prescrizioni. L’84% di queste ha adempiuto ed attuato quanto richiesto pagando la rispettiva sanzione comminata senza chiedere ulteriori proroghe.

A Sesto Fiorentino, invece, le aziende controllate sono state 338 e in 90 di queste sono state riscontrate irregolarità. Scarsa protezione alle macchine, carenza di dispositivi antincendio, presenza di solventi pericolosi nei mastici in assenza di impianto di aspirazione e fatiscenza dei servizi igienici sono le più frequenti irregolarità riscontrate. Nell’ambito lavorativo spesso vengono preparati e consumati i pasti, sono presenti bambini in totale promiscuità di ambienti di vita e di lavoro, cucine e mense sono in condizioni igieniche pessime, dormitori abusivi completano un quadro di totale assenza delle più elementari misure di sicurezza delle persone.

C’è da tener presente, comunque, che i dati appena indicati sono stati ricostruiti in base ai numeri suddivisi per Area Vasta. Il piano regionale non sarebbe stato organizzato per fornire risultati riferiti in modo puntuale al territorio e quindi ad ogni singolo Comune. Dovrebbe essere interesse del sindaco, invece, affermano Gandola e Tauriello, fare quanto possibile per avere a disposizione la situazione dettagliata della realtà del proprio territorio.
Nell’Area Vasta Prato, Firenze e Pistoia sono state controllate dal 2015 circa 6080 aziende ed il 61,8% di queste ha ricevuto prescrizioni avendo riscontrato gravi irregolarità.
L’aspetto maggiormente negativo, continuano Gandola e Tauriello, riguarda i risultati del c.d “Patto per il Lavoro sicuro”, ovvero una sorta di accordo tra istituzioni e imprese per promuovere l’emersione e la regolarizzazione delle aziende sotto il profilo della sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo il Patto, il titolare dell’azienda dovrebbe essere una figura ben definita e presente e non un prestanome, dovrebbe esistere un rappresentante dei lavoratori a tutela della sicurezza come avviene normalmente. Se nell’Area Vasta hanno partecipato al Patto ben 200 aziende, solo due hanno aderito a Campi Bisenzio e a Sesto Fiorentino addirittura nessuna.

Quindi se nell’Area Vasta il Patto per il lavoro sicuro non ha spiccato il volo, a Campi e a Sesto si può parlare di un vero e proprio flop che conferma tutto il disinteresse a mettersi in regola da parte delle imprese. Tutto ciò non fa altro che testimoniare la scarsa collaborazione dimostrata dalla comunità cinese dove spesso si preferisce chiudere la propria azienda e aprirne una nuova evitando di cogliere gli incentivi previsti per chi volesse mettersi a norma e collaborare.

A Sesto, inoltre, il sindaco ha affermato che accanto ai controlli è necessario ricostruire un dialogo tra le istituzioni, le forze dell’ordine, gli enti coinvolti nelle ispezioni ed il tessuto produttivo cinese, perché non è solo attraverso i controlli che si realizza l’integrazione culturale. Noi di Forza Italia invece affermiamo che solo attraverso il pieno e totale rispetto della legge è possibile creare la vera integrazione. Quindi ben venga il dialogo ma che abbia per oggetto in primis l’invito al rispetto delle regole.
Adesso, concludono Gandola e Tauriello, ci auguriamo davvero che, come affermato dal presidente della Regione, la task force sia trasformata da straordinaria a ordinaria prevedendo che il piano dei controlli nei capannoni cinesi prosegua anche nel futuro.

Paolo Gandola – Maria Tauriello

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