Successo per l’apertura dello studio di Antonio Berti

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Da sinistra: Francesco Mariani, Lorenzo Falchi, il giornalista Fabrizio Borghini, Domenico Viggiano, Giovanni Berti

E’ stato un pomeriggio emozionante per Sesto Fiorentino quello di sabato 27 maggio con l’apertura straordinaria dello studio d’arte del maestro Antonio Berti di via Bernini 55, a pochi metri dal centro espositivo che porta il suo nome.

All’evento, organizzato dall’Associazione per promuovere la conoscenza delle opere di Antonio Berti e per il restauro del suo studio in collaborazione con la Fondazione per la scultura “Antonio Berti”, sono arrivate oltre 100 persone e c’è stata la significativa partecipazione del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, che si è detto entusiasta dell’iniziativa.

Questo studio è un patrimonio straordinario della città – ha esordito Falchi e un luogo altamente suggestivo. Così come è conservato trasmette davvero l’animo del suo ospite, un artista dalla grande vitalità e manualità, capace di intrattenere relazioni con tante figure che hanno lasciato il segno nel Novecento e che, guardando le loro sculture, fanno sentire ancora oggi la loro presenza. Tra l’altro l’avere la fortuna di vedere i locali con il figlio dell’artista, Giovanni Berti, e con il suo allievo prediletto, Domenico Viggiano, che oltre a dare dettagli tecnici arricchiscono la visita con aneddoti unici, è stato un privilegio oltre che emozionante. L’apertura straordinaria dello studio è stata una bellissima idea e l’amministrazione sostiene con convinzione il progetto di recupero della struttura che ci auguriamo possa essere fruibile regolarmente a un vasto pubblico il prima possibile”.

Lo studio di Antonio Berti rimane ancora oggi una sorpresa per molta gente e anche per noi che lo abbiamo frequentato per anni – ha chiosato Domenico Viggiano, presidente della Fondazione per la scultura ‘Antonio Berti’ – perché rimane sempre di una modernità eccezionale. Non è, infatti, il soggetto che rende speciale un’opera, ma l’autore che c’è dietro. Berti entrava in sintonia con ogni personaggio, ne capiva lo spirito e lo imprimeva nella materia; con le sue sculture riusciva a dire quello che pensava di ognuno. Per questo ritengo che sia stato il più grande ritrattista del Novecento, non solo italiano ma anche europeo. Sono felice di averlo conosciuto e ancor più di poter contribuire alla conoscenza della sua straordinaria produzione artistica e spero che con il recupero del suo studio si possa fare qualcosa di molto importante”.

Sono molto grato a chi si sta impegnando per il recupero dello studio di mio padre – ha aggiunto Giovanni Berti –. Lui si sentiva pienamente sestese, anche se è nato in Mugello, perché è qui che ha lavorato per tutta la vita. La collezione presente è molto vasta e l’ambiente conserva lo stile originale e può quindi essere preso a modello come casa d’arte”.

Cinque anni fa l’Associazione Berti, con la collaborazione della Fondazione, dei Comuni di Sesto Fiorentino e Firenze e della Soprintendenza ad Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze, ha dato il via al progetto del restauro – ha spiegato Francesco Mariani, presidente dall’Associazione per promuovere la conoscenza delle opere di Antonio Berti e per il restauro del suo studio –. Oggi stiamo avanzando, passo dopo passo, verso il traguardo dell’apertura permanente. A breve sarà predisposta l’illuminazione interna definitiva. L’obiettivo è mettere questo scrigno di tesori artistici a disposizione delle nuove generazioni e promuovere la conoscenza della sua figura e lo studio delle sue opere. E il sostegno che arriva da chi partecipa a questa iniziativa è prezioso”.

La Soffitta Spazio delle Arti

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