Pietro Cavallo e Silvia Noferi consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle rispettivamente a Sesto Fiorentino e a Firenze, hanno scritto un comunicato stampa riguardo la posizione della pista dell’aeroporto di Peretola:
“Il Coordinamento dei Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia ha inviato importanti documenti, ai sindaci di Firenze e Sesto Fiorentino, compresi i consiglieri comunali, che abbiamo letto attentamente e dai quali sorgono gravi dubbi sulla effettiva sicurezza dell’attuale aeroporto di Firenze.
I documenti sono vari ma i fondamentali sono due:
– il decreto VIA del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 2003 (n. 0676) che autorizza lo sviluppo dell’aeroporto Amerigo Vespucci nell’arco temporale 2005-2010 a patto che vengano attuate delle importanti opere di completamento dell’aerostazione per renderlo sicuro per i terzi sorvolati e trasportati;
– la risposta del Presidente di Toscana Aeroporti SpA Marco Carrai, al CCSPP da cui si apprende che nel 2004 è stato presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro questo Decreto del Ministro che è ancora pendente.
Dalla lettura dell’autorizzazione ministeriale si scopre che erano previste delle importanti opere di completamento dell’aerostazione, delle necessarie opere di mitigazione per contenere l’inquinamento acustico e per prevenire il dissesto idrogeologico dell’area, nonché delle azioni di monitoraggio della qualità dell’aria.
Nello stesso Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale era previsto fra le varie prescrizioni:
– l’obbligo di interramento della parte finale della A/11 per questioni di sicurezza (lo stesso Decreto si richiama espressamente all’incidente aereo Air Littoral del 1997 e, successivamente, l’incidente del 2004 ad un Cessna privato)
– una pista di rullaggio,
– un sistema air-side,
– il rinnovo di impianti tecnici,
– una barriera per il contenimento delle emissioni acustiche,
– la revisione delle volumetrie autorizzate dal PUE di Castello,
– l’impedimento a costruire nuovi fabbricati,
– espropri temporanei,
– la delocalizzazione delle abitazioni nelle zone più pericolose in altre gradite ai residenti,
– l’installazione di infissi antirumore,
– l’installazione di impianti di condizionamento nelle abitazioni e il pagamento delle spese di manutenzione,
– il contenimento delle attività di decollo e atterraggio nelle fasce orarie 7-22.
La cosa straordinaria è che a distanza di 14 anni dalla VIA ministeriale il Capo Dello Stato non si sia ancora pronunciato.
In questo periodo e fino a quando non interverrà un decreto del Presidente Della Repubblica il Decreto Ministeriale rimane valido a tutti gli effetti e con esso le sue prescrizioni.
Le domande che sorgono sono tante, ma soprattutto:
– come mai la società che gestisce l’aeroporto non ha provveduto in questi 14 anni ad eseguire quanto il Ministro raccomandava?
– I Comuni di Firenze e Sesto Fiorentino che dovevano necessariamente conoscere questo Decreto VIA come hanno potuto ignorare ed omettere nel loro regolamento urbanistico le prescrizioni che vi erano contenute?
– Come mai nel giugno 2016, dopo un esposto in Procura del M5S, i comuni hanno provveduto ad inserire nel Regolamento Urbanistico i piani di rischio ignorando completamente le prescrizioni del Decreto Ministeriale del 2003?
– Chi ha permesso l’incremento del 40% del traffico aereo di Peretola senza che venissero applicate le prescrizioni del Ministero?
– Chi doveva controllare (ENAC) perché non lo ha fatto?
– Perché non sono stati avvisati gli abitanti di Peretola che si trovano in una fascia di territorio ad altissimo rischio dove non dovrebbe esserci nient’altro che erba?
-Se le prescrizioni previste dal Ministero non sono state realizzate, come ha potuto ENAC rilasciare un’autorizzazione all’esercizio dell’attività aeroportuale che scade il prossimo 31 Dicembre?
Possiamo ipotizzare che per ovviare all’attuazione delle importanti prescrizioni del Decreto VIA del 2003 l’amministrazione comunale di Firenze e la società Toscana Aeroporti abbiano progettato di realizzare il nuovo aeroporto.
Niente di peggiore poteva essere fatto e lo dimostrano le 216 pagine della relazione della commissione ministeriale VIA del 2 Dicembre 2016, quella che probabilmente viene tenuta sulla scrivania del Ministro in attesa che venga cambiata la legge, visto che le prescrizioni della nuova VIA sono più pesanti di quelle del 2003.
Noi le abbiamo lette tutte ed è apparso subito chiaro che sono di difficilissima attuazione oltre che costosissime per i contribuenti (si parla di centinaia di milioni di euro) e che non risolverebbero i problemi della sicurezza per i terzi.
Abbiamo per questo presentato un’interrogazione ai sindaci che riguarda l’attuale aeroporto, nella quale si chiede se fossero a conoscenza di come doveva essere modificato l’attuale aeroporto e come mai non è stato fatto.
E’ sempre più evidente che dietro ad i proclami del sindaco di Firenze sulle grandi opere del quadrante Nord-Ovest della città c’è una completa improvvisazione ed invenzione, almeno finché penseranno di mantenere un aeroporto in quella zona.
Adesso sappiamo con certezza che l’aeroporto di Firenze, così com’è, non è sicuro e chi si doveva occupare di metterlo in sicurezza non l’ha fatto.
Il CCSPP ci ha preceduto nella presentazione di un ulteriore esposto in Procura e si ringrazia per questo“.