“Su Palazzo Pretorio non si muove foglia, l’unica cosa che si muove sono quei teli strappati e sporchi che sventolano, ancora oggi, davanti alla facciata quattrocentesca. Per questo nello scorso Consiglio comunale ho presentato una mozione che incardinava un percorso realistico da fare, ma Falchi e la sua maggioranza hanno rinviato tutto a data da destinarsi” ha dichiarato il capogruppo del Pd, Lorenzo Zambini.
“Sarebbe stato un primo passo verso la riapertura, ho proposto un percorso in tre punti. Il primo da fare subito, togliere quei teli fatiscenti e ricoprire il ponteggio in tubi innocenti davanti a Palazzo Pretorio con dei teli graficizzati raffiguranti l’immagine del Palazzo accompagnato da una descrizione storica. Ridiamo subito decoro e dignità a quel luogo. Secondo, avviare immediatamente un concorso di idee sullo storico palazzo e sugli altri contenitori culturali di proprietà del Comune, partendo dalla base di quanto raccolto dal percorso di partecipazione del 2015. Terzo, iniziare e concludere nel 2018 la progettazione esecutiva del restauro complessivo del Palazzo, visto che sono già previsti in bilancio 560.000 euro su questo capitolo. Il Sindaco Falchi, i gruppi di Sinistra Italiana e Per Sesto non ne hanno voluto sapere, proposta bocciata. Sembrava la celebrazione del funerale di Palazzo Pretorio” ha continuato Zambini.
“Dopo la Lucciola, questa è la certificazione che anche su Palazzo Pretorio non c’è una idea, né un percorso. Falchi, dopo un anno e mezzo di amministrazione, continua ad andare avanti con presupposti vaghi, rimandando tutto a data da destinarsi. So bene che Palazzo Pretorio non si riapre in un giorno, ma senza energie e idee gli immobili chiusi di proprietà del Comune rimarranno chiusi e senza un futuro” ha ribadito Il capogruppo Pd.
“A Sesto Fiorentino si sente la mancanza di un assessore alla cultura. Inoltre, il consigliere culturale del Sindaco Falchi, Tomaso Montanari, è completamente assente dalle questioni del sistema culturale sestese, capisco le sue ambizioni nazionali, ma Sesto non può aspettare” ha concluso Zambini.