Tentare di descrivere anche la semplice alba di oggi potrebbe avere delle grosse difficoltà per me. Dalla finestra dell’ottimo lodge di Satyadevi e Bishnu che mi ospita mi hanno dato il buongiorno alcune vette di montagne che non sono “solo montagne”. Come certi templi e situazioni sembrano avere del miracoloso umano, a Pokhara ad avere le caratteristiche del miracoloso, è la natura. Da sinistra a destra la visione era: Dhaulagiri, Annapurna sud e Annapurna 1, Annapurna 4 e 2, con esattamente al centro la sacra piramide del Machhapucchre, senza ombra di dubbio anche tra le montagne più belle del mondo. E peccato che sull’estrema destra ancora le nebbie impedissero la visione del Manaslù: sarebbe stato il terzo “8.000” che erano lì di fronte, a darmi il buongiorno…
E pensare che c’è chi ancora addirittura sconsiglia di perdere del tempo a Pokhara! Che se mi resta al limite del logico per turisti e viaggiatori, assume per i nepalesi della capitale ad esempio, i tipici connotati di una certa rivalità di campanile. Anzi, mi sembra proprio il caso di modificare il detto, e per ovvi motivi architettonici, in “rivalità di pagoda”! A conferma di ciò anche il progetto che in 4/5 anni dovrebbe portare alla realizzazione della seconda pista di aeroporto internazionale del Nepal, dopo quella che al momento rimane l’unica proprio a Kathmandu.
Ma dopo il buongiorno, la giornata di oggi ha avuto anche pomeriggio e sera di una certa e sempre incredibile “bontà”. Tanto nella mia tappa (quasi completamente in bicicletta…), quanto e soprattutto nei nuovi incontri e nelle straordinarie meditazioni e preghiere che nella solitudine dei chilometri trovano il terreno più fertile per replicarsi in una sensazione di infinito.
La destinazione era lo Shanti Stupa (il tempio buddista della Pace). Che da Pokhara livello lago è un po’ come andare da Firenze alla botteghina di Morello o magari anche al Rifugio Gualdo (…). Ottime anche le sensazioni del mio corpo che, dopo le “tappe” degli ultimi tempi che ho vissuto, non è certo un particolare secondario! Ma le sensazioni fantastiche sono state quelle di ritrovare, proprio al cancello dello stupa, la carissima Sharita Chhetri: l’ex-guerriera maoista che avevo conosciuto nel 2013, a guerra civile conclusa. E poi Assia, che dal Pakistan si è trasferita in Danimarca. Per finire con la piccola e dolcissima Jane, che da Xi’an in Cina, mi ha tradotto così il suo nome e che ha anche in qualche modo anticipato una prossima tappa. Oltre a tutti i tifosi che ho trovato lungo la breve ma erta salita e che forse mi hanno fatto anche un po’ superare l’intensità che avrei dovuto tenere sotto controllo. Ma come fare? Non mi viene ancora tanto semplice scendere dalla bicicletta, specialmente con simili risposte di muscoli e mente.
Senza ombra di dubbio il protagonista di oggi è quindi stato l’incontro. Con la natura e con l’uomo (anche se tutte donne!). All’ombra di un simbolo di Pace, la pace ho respirato e assaporato con tutto me stesso. E probabilmente riuscendo anche a condividerla con le persone con cui ho parlato come con tutte le altre che ho incrociato, ricambiando il loro incitamento con un saluto. Credo proprio che la speranza di pace si costruisca e si alimenti anche così! Insomma, proprio una normale e fantastica giornata di riposo…