Si sono tenute nella mattinata del Primo Settembre le celebrazioni per il 74° anniversario della Liberazione di Sesto Fiorentino dalla tirannide nazi-fasciste.
Dopo la Messa nella Pieve di San Martino e la deposizione di una corona sotto il monumento ai Caduti in piazza Vittorio Veneto il corteo dei numerosi sestesi che hanno voluto partecipare all’evento, si è spostato in piazza De Amicis in prossimità del Monumento al Partigiano di Delio Granchi
A memoria di qui giorni hanno parlato Roberto Corsi, presidente dell’ANPI di Sesto Fiorentino, Renato Romei, della segreteria provinciale ANPI, Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana e Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino.
Presente anche il partigiano Marco (Leandro Agresti)
Romei ha ricordato come la Costituzione italiana ruoti attorno alla parola chiave “libertà”, “libertà religiosa, politica economica e sociale e stabilisca un unico vero divieto: la ricostituzione del partito fascista in quanto emblema della mancanza di libertà. E’ fascista, allora come oggi, chi fomenta odio nei confronti dei più fragili, di chi è costretto ad emigrare per guerra fame e perché privati del diritto di libertà. E’ fascista chi fa della paura il tema delle proprie battaglie politiche”.
“Il destino di un popolo affidato alla mente di una persona porta ad una degenerazione di onnipotenza che sempre, prima o dopo rovina quel popolo. Questo è il perché della lotta di ieri e di oggi contro il fascismo. Questo significano le parole di Piero Calamandrei pronunciate dopo aver visto i 560 trucidati di Sant’Anna di Stazzema: Ora e sempre Resistenza”.
Queste le parole con cui Eugenio Giani ha voluto ricordare quei giorni terribili e la barbarie in cui il fascismo ci aveva gettato.
Lorenzo Falchi ha ricordato come per Sesto Fiorentino il Primo Settembre 1944 sia la data più importante, perché con essa si festeggia la libertà. Tutto il resto non esisterebbe senza di essa.
Anche il sindaco ha sottolineato l’attenzione che dobbiamo porre verso la nascita di nuove forme di fascismo soprattutto in un momento in cui “il montare dell’odio, il razzismo, la paura del diverso” sono sempre più presenti nella società italiana e c’è chi fomenta “la paura come unico elemento di consenso elettorale come se sulla paura si potesse qualcosa di positivo”
Il sindaco, citando una frase di Cesare Pavese ha infine esortato tutti, le Istituzioni ma anche i cittadini, “a non girare la testa dall’altra parte, a non far mai finta di nulla, a prendere sempre posizione, a non lasciar fare, a non accontentarsi. Dobbiamo sempre prendere parte, anche dovesse essere un discorso fatto al bar”.
“Chi si accontenta e chi lascia fare è già un po’ fascista”