Aeroporto, Falchi: Politica e istituzioni hanno il dovere di scegliere con visione ampia e lungimirante”

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Lorenzo-Falchi

Dopo la manifestazione a favore della nuova pista che si è tenuta in piazza Adua a Firenze nella mattinata di lunedì 28 gennaio, e le dichiarazioni del sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Spero che la politica non entri nel lavoro della conferenza dei servizi, serve un via libera su aspetti tecnici”,
arriva il commento del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi che riportiamo integralmente:

 

“È preoccupante e incomprensibile che alcuni rappresentanti delle Istituzioni chiedano alla politica di ‘mettere giù le mani dallo sviluppo dei nostri territori’. Preoccupante perché di fatto si chiede alle Istituzioni di abdicare al proprio ruolo e ai cittadini di rinunciare a scegliere il futuro del proprio territorio. Incomprensibile perché sulle grandi opere la politica è sparita da un pezzo, sostituita dai giudici, cui si rimettono le decisioni che non si ha il coraggio di prendere, come accaduto, ad esempio, per l’inceneritore”.

Lo afferma il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, commentando le dichiarazioni del sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Finiti i proclami elettorali – prosegue – siamo di fronte ad una totale assenza di direzione da parte del Governo: alla vigilia della Conferenza dei Servizi non è dato sapere se, contraddicendo la posizione della forza politica che lo sostiene, il Ministro Toninelli sia favorevole o contrario alla nuova pista di Peretola né quale alternativa eventualmente proponga. Riportare la politica e i cittadini al centro delle scelte è, invece, fondamentale, come fondamentale è riaprire una discussione sullo sviluppo che vogliamo per il nostro territorio, con una visione ampia e lungimirante”.

 

“L’ampliamento dell’aeroporto è una scelta, non un destino inevitabile. E tra tanti attori mossi da interessi particolari, le Istituzioni sono chiamate a tutelare l’interesse generale attraverso la politica, con scelte democratiche e trasparenti. È allarmante – conclude – che a delegittimarle sia chi dovrebbe invece farle funzionare”.

 

 

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