A proposito di Dino Parenti, fascisti e partigiani

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Sarà stato per la vicinanza con il 25 aprile, sarà perché l’antifascismo è un valore radicato nella realtà sestese, sta di fatto che la storia di Dino Parenti, che abbiamo pubblicato il 26 aprile, ha riscosso un notevole successo. Tra i numerosi “Mi piace” ricevuti anche quello di Tommaso Parenti, attore dell’Associazione MetropolisTeatro di Sesto Fiorentino.

Quando ho letto il nome, o meglio il cognome, di chi aveva rilasciato quell’apprezzamento mi sono chiesto se fosse un caso oppure se ci fosse un legame tra lui e il protagonista della storia.

Mi sono permesso allora di contattare Tommaso e ho scoperto che la vicenda era stata trattata qualche anno fa in un suo spettacolo di narrazione:“Mi chiamavano tutti Jack”. E’ basato sui racconti della famiglia e in particolare del nonno Arnolfo, cugino di Dino.

Con il consenso di Tommaso Parenti e di MetropolisiTeatro riportiamo di seguito il testo di quel monologo con la speranza di poterlo, prima o poi, vedere recitato:

 

“1922. Aprile. Sesto Fiorentino. Ezio ha quindici anni. E’ uno studente del liceo artistico di Porta Romana. E’ un sognatore come solo i quindicenni sanno essere. Ignorante quanto basta da non saper distinguere il bene dal male, da non aver compreso in che situazione sia il paese in cui vive, preso com’è dal pensiero delle ragazze, dalla sua passione per il disegno e dagli amici che, nonostante tutto, ridono con lui.

E’ una sera di primavera. Ezio è con gli amici ed il fratello Dino di 19 anni, dentro al circolo democratico a giocare a biliardo. Ridono e parlano di Gigliola, la ragazza del Fabbri, quella che veste sempre con abiti scollatissimi ! Il più grande, Gino, di 21 anni racconta poi del ferimento del meccanico Barducci da parte di un gruppo di squadristi.

All’improvviso una squadra di 7 fascisti fa irruzione al circolo per cercare una persona… “chi di voi è il Biricolti ? Forza, codardi…. chi è quel fetente che ieri sera ha insultato il Mongini in camicia nera ? I 7 tirano fuori il manganello e cominciano a farsi avanti…. Confusione. Urla. Discussioni. Spintoni. Un fascista schiaffeggia Dino, il fratello di Ezio. Dino reagisce e cominciano a picchiarsi. C’è una scazzottata, tutti urlano e picchiano, picchiano, picchiano…. Poi…. qualcuno toglie la corrente. Buio. Un secondo, interminabile, di silenzio. Bum. Bum. Bum….. tre colpi di rivoltella. C’è un fuggi fuggi, tutti urlano…. fascisti e comunisti…. ragazzi di venti anni in preda al panico. Dino e Gino giacciono immersi nel loro sangue. Qualcuno chiama soccorso. Ezio piange, disperato, in ginocchio. I due ragazzi arrivano all’ospedale. Dino Parenti muore alle 5,20 della mattina.

Ezio è sconvolto. Diventa uomo in una notte, quella notte. Sputa rabbia contro quei vigliacchi col manganello che picchiano e minacciano. Ma è impaurito. Non si espone. Ha le sue idee ma il fuoco brucia dentro, piano, lento e non si vede. Poi passano gli anni, scoppia la guerra e quando arriva l’8 settembre ed i tedeschi cominciano i rastrellamenti Ezio fugge su Monte Morello. Dice che è stato un sogno. Dino lo ha chiamato. “Ezioooo !! vai sui Monti, Ezio !!”

Mi chiamavano tuti Jack 2

 

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