Addio al sestese Piero Gelli, Falchi: “Volevo conferirgli le Seste d’Oro”

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Nella mattinata di sabato 9 maggio è morto, all’età di 81 anni, Piero Gelli, nato a Sesto Fiorentino nel 1939. Il suo nome è legato alla direzione di Garzanti. Dal 1980 al 1983 ha lavorato in Rizzoli, fianco a fianco di Oriana Fallaci. Dopo un breve ritorno a Garzanti, ecco il passaggio a Einaudi dove inaugurò la collezione dei tascabili e dove lavorò alla pubblicazione di “Petrolio“, il romanzo postumo di Pier Paolo Pasolini.

Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, lo ha ricordato in un post Facebook:

Ho appreso con dolore nella tarda mattinata di oggi della scomparsa di Piero Gelli.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di fargli visita nella sua casa fiorentina e di incontrarlo in Comune a Sesto Fiorentino.

Ero rimasto fin da subito profondamente colpito dalla sua grandissima cultura, dalla passione inesauribile per i libri, per il teatro e la musica (il suo Dizionario dell’Opera, che mi regalò il giorno del nostro incontro è una vera ‘bibbia’ per appassionati e studiosi). Mi restano impresse nondimeno anche la sua squisita cortesia, la sua ironia e la sua sincera umanità. Ricordo bene come, quando mi mostrò le carte del suo archivio personale, sia rimasto impressionato nel veder sfilare i nomi più grandi della nostra letteratura e cultura novecentesca.

Se ne va con Piero Gelli un grande uomo di lettere, figura centrale dell’editoria e della cultura italiane del dopoguerra. Storico direttore editoriale di Garzanti, poi passato a Rizzoli ed Einaudi – in anni in cui questi erano persone vere e vive prima ancora che marchi e nomi – e infine a Baldini & Castoldi, amico di Carlo Emilio Gadda, di Pier Paolo Pasolini, e di tante altre figure che hanno reso grande il panorama letterario italiano del secolo scorso, Piero non ha mai dimenticato i giorni in cui, ragazzino affamato di conoscenza divorava i libri della Società per la Biblioteca Circolate della nostra città, come ebbe modo di dirmi.

L’ultima volta che ci eravamo sentiti, avevamo discusso insieme di progetti ed idee future. Avevamo fissato di vederci proprio nei giorni in cui è scoppiato il virus, per parlare un po’ di tutto, come già altre volte, ma soprattutto perché volevo anticipare, a lui sempre così schivo e appartato, l’intenzione di conferirgli le “Seste d’Oro”, l’onorificenza più alta della nostra città.

Rinnovo anche qui, a nome di tutta la città, la più sentita vicinanza alla famiglia e ai parenti, con cui manteneva legami stretti e affettuosi, in questo momento in cui è difficile persino rendere l’ultimo saluto alle persone care, nella certezza che la sua memoria, il suo lavoro e la sua straordinaria avventura umana rimarranno per noi tutti e per la nostra comunità un dono prezioso”.

 

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