Si susseguono i commenti sul Masterplan dell’aeroporto di Peretola, sul quale i Consigli comunale di Firenze e Sesto Fiorentino sono chiamati a votare nella seduta di martedì 4 settembre.
Dopo le parole di Silvia Noferi del M5S Firenze (LEGGI QUI), vi proponiamo quelle degli esponenti di Firenze riparte a sinistra, Movimento Democratici e Progressisti e Potere al Popolo:
“In commissione abbiamo votato contro alla delibera che autorizza il Comune a partecipare alla conferenza dei servizi per l’aeroporto. Lo abbiamo fatto perché non è possibile dare un parere positivo al Master Plan dell’aeroporto quando vengono rilevate problematiche di ogni genere e natura – dichiarano i consiglieri e le consigliere dei tre gruppi consiliari di sinistra di Palazzo Vecchio, Tommaso Grassi, Alessio Rossi, Miriam Amato, Giacomo Trombi, Stefania Collesei e Donella Verdi – il Master Plan interferisce con il PUE di Castello e con il suo parco, non tiene conto della vicinanza con l’Arno e del rischio inondazioni, non c’è uno studio sul traffico una volta realizzati tutti gli interventi previsti nella zona, non solo il PUE ma anche lo stadio e la cittadella. Il Master Plan non è compatibile con il tracciato della tranvia linea 2 e con la sua estensione verso Sesto. Non si tiene conto dell’interferenza con lo svincolo autostradale di Peretola. Si prosciugano stagni e laghetti alterando l’equilibrio della Piana. Si fa saltare il parco agricolo della Piana interrompendo la viabilità, si spostano fossati. Insomma l’aeroporto si fa spazio fra le decisioni già assunte e pianificate dagli Enti, si butta alla conquista del territorio, un territorio delicato che vede la presenza di circa 800.000 abitanti e almeno altrettanti lavoratori, calando come un meteorite sulla parte nord-ovest della città di Firenze.
Se il Ministero a guida giallo-verde, con la complicità e in continuità con il PD, ci chiede di esprimersi su un progetto che oltre a tutto ciò non dedica neppure una pagina la questione economico-finanziaria e ai maggiori oneri che andranno in carico agli enti locali per la gestione delle aree di mitigazione e alle nuove infrastrutture extra aeroportuali, non possiamo che opporci. Le tante rassicurazioni che si ascoltano alle assemblee dei favorevoli al nuovo aeroporto sulla tutela del territorio, la liberazione di Peretola, Quaracchi e Brozzi, già da troppi decenni danneggiati dall’aeroporto, l’assenza della volontà di aprire al mercato dei voli low cost e la battaglia contro il turismo mordi e fuggi, non si ritrovano nelle carte, così come i tanti posti di lavoro che in gran parte derivano da strutture extra aeroportuali, dall’albergo alla nuova aerostazione, che non vedremo se non dopo 10-15 anni dal completamento della nuova pista.
Tutti elementi che non sono stati approfonditi a causa delle della ricognizione “speditiva” degli uffici comunali fiorentini, a causa della mancanza di tempo sufficiente a leggere i 941 allegati al Master Plan, di cui 140 ex-novo e quasi nella totalità modificati solo lo scorso 6 agosto. Discutere di un progetto approssimativo equivale a lasciar poi carta bianca ad ENAC e Toscana Aeroporti per la gestione del Master Plan: se poi si pensa che il movimento cinque stelle a Firenze, pur votando contro stamani in commissione, attaccava il Master Plan aeroportuale perché prevede una sola pista, e proponeva che dovesse essere lasciata in funzione anche l’attuale pista, casomai per i voli privati di chi vuole arrivare a Firenze col proprio jet, non possiamo certo star “sereni“. Anche perché il Partito Democratico in questi anni non ha fatto che puntar sul lusso per la valorizzazione della città: domani potrebbe essere detto che per Firenze serve una nuova pista per il turismo ricco. Costruire un nuovo aeroporto con la pista di 2400 metri e lasciare anche l’attuale sarebbe una sciagura. Un modello di sviluppo della città di Firenze che non possiamo assolutamente condividere.
Voler raddoppiare l’aeroporto sacrificando l’ambiente –non corrisponde al nostro modello di sviluppo che punta sulla riconversione ecologica dell’economia. Quanti progetti di start-up potrebbero essere avviati con i fondi pubblici previsti dal governo per il master Plan? Così come quante infrastrutture potrebbero essere costruite con gli stessi 200 milioni che il pubblico destina alla nuova pista, per accorciare i tempi e le distanze tra Firenze e l’aeroporto di Pisa? Firenze non è solo per i visitatori ma anche per i fiorentini, anche quelli che si affacciano sulla piana a nord ovest, dove si concentrano già tante cose, come il polo scientifico, l’aeroporto attuale, il PUE di Castello, la Mercafir, il nuovo stadio, la cittadella, la terza corsia autostradale, Case Passerini e non solo. Lo ripetiamo ancora fino alla noia: lì dentro non può entrarci tutto“.