Vicenda aeroporti toscani: soldi pubblici regionali – forse – in arrivo, e pilota automatico in barba a sentenze definitive. La politica non si fa nei tribunali, ma il ricorso ad essi non può essere escluso, quando vi sia almeno una ipotesi non temeraria di un palese spregio dell’interesse pubblico, anche codificato in norme, sentenze ecc.
Ci pare una vicenda di questo tipo quella relativa all’ultima puntata della querelle sul nuovo aeroporto di Firenze, o meglio sul futuro del sistema aeroportuale toscano. Abbiamo letto con sconcerto infatti le dichiarazioni non solo dei privati coinvolti, ma anche di buona parte della politica toscana – destra e pd, seppur quest’ultimo a geometria variabile, cioè manifestamente strumentale per non perdere voti – che plaudono all’annuncio del nuovo master plan per realizzare lo scalo fiorentino, e sostanzialmente uguale a quello il cui progetto è stato seppellito da sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Sentenze che lo seppellivano nel merito, non di dettaglio.
Il punto è quindi che non è consentito in uno stato di diritto riproporre, magari cambiando qualche virgola, gli stessi atti bocciati dai tribunali, e questo al di là di una politica prona, pronta o meno a farlo. Non sta a chi si oppone al progetto – noi siamo stati fra le poche forze politiche a firmare i ricorsi, e siamo pronti a rifarlo – doversi sobbarcare una nuova trafila di impegni nelle sedi giudiziarie, ma alle istituzioni prendere atto di quello che non solo l’opportunità politica e l’interesse pubblico – opera inutile, devastante, costosissima e finanziata in buona parte con soldi pubblici, con la novità che c’è chi vorrebbe prendersi anche quelli della conversione ecologica per fare proprio gli interessi opposti a quest’ultima – indicano che non s’ha da fare, ma anche il diritto.
Pensavamo che bastasse questo a confermare il quadro desolante, si è invece aggiunta la voce, sempre più insistente, che la giunta regionale stia per deliberare i dieci milioni di euro di soldi pubblici a favore della società aeroportuale, il tutto per giunta assolutamente non legato a ritirare la procedura di dismissione dell’handling e quindi col permanere della concreta possibilità che centinaia di lavoratori si trovino senza occupazione!
Per questo, per fare un passo avanti, avanziamo una proposta molto precisa: da una parte l’organizzazione di un contrasto istituzionale e di una mobilitazione la più larga e inclusiva possibile di tutti coloro che si oppongono, ma dall’altra di valutare insieme la richiesta di ottemperanza di tutti i pronunciamenti giudiziali e extra giudiziali che le pubbliche autorità – siano essi ministeri o tribunali – hanno emesso o prodotto negli ultimi venti anni. Perché, vorremmo ricordarlo, per giunta alcuni atti e prescrizioni risalgono a decenni addietro e pare non ci risultino ottemperati. Nonché il ritiro immediato del procedimento di dismissione dell’handling.
Se la politica toscana ormai sembra solo un passacarte di qualcuno, è giusto prenderne atto e agire di conseguenza, anche a tutela del pubblico interesse nel realizzare altre opere – non solo il parco della Piana – magari veramente necessarie per la transizione ecologica e lo sviluppo della Toscana,che altrimenti non si faranno mai, nonché tutelare servizi essenziali e occupazione.
Segreteria Regionale Rifondazione Comunista – Toscana