Recovery Plan di Legambiente: no a tunnel tav e aeroporto

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Legambiente

No al tunnel Tav ne’ al nuovo aeroporto di Firenze. Legambiente presenta il suo recovery plan e nella sua agenda, che punta al 2030, dedica un focus anche alla Toscana. Lo fa elencando sia le opere da promuovere, che da bocciare.

Cosi’, se su scala nazionale la torta di risorse per la “Rivoluzione verde e transizione ecologica” e le “Infrastrutture per la mobilita’ sostenibile” potrebbe superare i 100 miliardi (69 piu’ 32), l’associazione per la regione vira decisa su tre progetti: il completamento della rete metro-ferro-tranviaria nel parco agricolo della Piana fiorentina; il potenziamento della ferrovia Tirrenica in asse col raddoppio del valico Pontremolese; l’istituzione del parco nazionale del Magra, a cavallo tra Toscana e Liguria. “Per realizzare il parco agricolo della Piana, tra Firenze e Prato, si deve rivoluzionare il sistema dei trasporti nell’area piu’ congestionata e inquinata della regione.

Pertanto, e’ necessario completare la rete tramviaria tra Firenze, il polo scientifico di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato. Occorre anche riqualificare il reticolo ferroviario metropolitano nell’area vasta, Faentina inclusa, affinche’ il trasporto pubblico locale su ferro nella Piana, dopo la pandemia, possa davvero fondarsi su una rinnovata e robusta offerta di superficie”, si spiega nel documento.

C’e’ poi il raddoppio della ferrovia e del valico Pontremolese “come asse cruciale per lo sviluppo del comprensorio apuano e, piu’ in generale, di tutto l’alto Tirreno”, per “agganciare le province di Massa Carrara e La Spezia all’Europa. Si otterrebbe cosi’ il decongestionamento del traffico merci su gomma, oggi tutto concentrato sull’autostrada E31 della Cisa e un altrettanto vigoroso rilancio turistico della Lunigiana, tra le aree interne attualmente piu’ in difficolta’ della Toscana”.

Infine l’istituzione del parco nazionale del Bacino del Magra “che col suo bacino idrografico, ha sempre caratterizzato l’identita’ ecologica, sociale ed economica di un territorio a cavallo tra le Regioni Toscana e Liguria”. Il lavoro di Legambiente non si ferma, e appunto, elenca anche le opere “da evitare”. Su Peretola, sottolinea, “la sentenza del Consiglio di Stato ha demolito il ricorso presentato da Toscana Aeroporti contro l’analoga decisione del Tar e messo una pietra tombale sulla nuova pista parallela alla A11. Basta pero’ leggere le rassegne stampa degli ultimi mesi, per capire che un’ampia fetta della classe dirigente regionale non si e’ ancora arresa all’evidenza.

Occorre quindi vigilare affinche’ i fondi del Next Generation Eu non finiscano per alimentare anche solo virtualmente la riproposizione di questa grande opera, sbagliata nel metodo e nel merito, vista anche la vicinanza dell’aeroporto internazionale di Pisa”. Stesso discorso per il sottoattraversamento fiorentino dell’alta velocita’.

“A distanza di 25 anni dall’inizio della vicenda Tav, sembra stia ripartendo il finanziamento degli studi di progettazione e delle imprese di costruzioni, come se gli sprechi perpetrati ai danni dell’erario non fossero mai avvenuti. La politica toscana e la gran parte del sistema confindustriale non si rendono conto che insistere su un progetto nato vecchio e’ un errore di prospettiva madornale. Invece, in pochi mesi e con risorse assai inferiori, si potrebbero aggiungere due binari di superficie” per l’av, “potenziando al contempo gli hub del trasporto ferroviario regionale, per dare finalmente il via a un servizio suburbano e metropolitano”.

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