IL CAI DALL’AQUILA ALL’ANATRA…
– L’aquila naturalmente perché è il simbolo del CAI.
– Alle 14.30 vengo chiamato da un socio del CAI in quanto dalla terrazza di casa ha visto, nel sottostante grande cortile privato adibito a parcheggio, in via Manin nei pressi di viale I maggio, un’anatra adulta e dieci anatroccoli. L’anatra sembrava molto spaventata e correva a destra e a manca seguita dai pulcini.
– Chiamo la Polizia municipale, ma mi dicono che non esiste un servizio di recupero comunale e nemmeno da parte della Asl. Chiamo così Legambiente e Lipu, che gentilmente mi danno qualche consiglio.
– Mi reco sul posto e, insieme al suddetto Socio e un’altra Socia, con grande difficoltà riusciamo a mettere gli anatroccoli in una scatola di cartone. La mamma è invece imprendibile.
– Nell’incertezza sul cosa fare, si decide di portare i piccoli su una terrazza dell’edificio accanto, li mettiamo in una gabbia per gatti in modo che siano visibili, e mettiamo la gabbia stessa sulla terrazza.
– L’anatra, che volava in alto, li sente pigolare, li vede e atterra su un tetto accanto.
– Uno di noi si tiene sulla terrazza tre pulcini pigolanti in scatola per non fare allontanare l’anatra, mentre un altro torna in cortile con gli altri sette pulcini nella gabbia per gatti.
– L’anatra si accorge di questi ultimi e si avvicina lentamente.
– Portiamo giù anche la scatola con gli altri tre, mentre la Socia si avvia sul marciapiede verso viale I maggio, seguita a distanza dall’anatra che sembra essere infastidita dalla confusione della strada.
– Dopo aver indossato il giubbino identificativo del CAI, sul passaggio pedonale blocchiamo il traffico per permettere il lento passaggio della Socia con la gabbia, seguita dall’anatra. Automobilisti e passanti sono sbalorditi e ognuno ha da dare il proprio suggerimento.
– Raduniamo tutti i pulcini dentro la gabbia, passiamo davanti a Casa Guidi (peraltro sede CAI) , e attraversiamo anche viale della Repubblica. Siamo finalmente all’Uliveta, dove ci sono però diversi bambini e cani. Ci spostiamo quindi sulla stradina più laterale del parco. L’anatra, come vede l’erba, comincia a camminarci sopra, mantendendosi sempre a circa 3 metri dalla gabbia.
– Con pazienza raggiungiamo l’affaccio sul torrente Rimaggio. Come sente il rumore dell’acqua l’anatra si rivitalizza e corre, ma in quel punto la corrente è lì troppo impetuosa. Svoltiamo quindi in direzione di Colonnata, raggiungendo di nuovo viale I maggio per scendere nell’alveo del Rimaggio dall’apposito passaggio pedonale che porta sotto il ponte. L’acqua qui è molto più calma.
– Apriamo la gabbia e i pulcini escono mettendosi a correre sul terreno. L’anatra era rimasta sul muretto sopra il torrente, ma come vede i piccoli si precipita di sotto, planando sull’acqua. Si tuffano anche gli anatroccoli e le vanno incontro. L’anatra comincia subito ad accudirli e poi se ne vanno via in gruppo.
– Missione compiuta. Il tutto ha richiesto oltre due ore.
Morale da presidente di un’associazione di volontariato:
– Se sottoponi alle Istituzioni un problema che esula dalle strette competenze, la risposta spesso è “Non possiamo fare niente”. Cosa che posso anche capire, però se io non fossi il presidente del CAI e quindi abituato a prendere decisioni e risolvere situazioni, come persona “normale” penso che mi sarei trovato in difficoltà.
– D’altronde, volendo fare il grillo parlante, bisogna anche che i cittadini si rendano conto che le Istituzioni non possono riparare a tutto e che talvolta è necessaria una certa intraprendenza personale.
Stefano Rolle – Presidente CAI Sesto Fiorentino