AssociazioneInPista!: “Intervento di Monni riporta ai tempi della vecchia politica della Piana”

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Quanti fra di noi seguono da decenni la vicenda della nuova pista di Peretola, si ricorderanno quegli anni terribili nei quali qualsiasi ipotesi di ampliamento dell’aeroporto di Firenze così come di un nuovo orientamento della pista venivano sistematicamente impallinate dai vari Gianassi, Chini, Barducci e Riccardo Conti di turno.

 

Era chiaro che si trattava di una scelta in minima parte dettata da questioni di merito inerenti la necessità o meno di uno scalo più moderno e funzionale per una città come Firenze. Prevalevano gli aspetti politici (guai a creare tensioni nel partito!) e gli interessi specifici delle amministrazioni alle prese con la espansione a nord ovest del capoluogo.

 

Gli anni ’90 sono quelli dell’inizio della occupazione della piana con strutture commerciali e zone industriali un po’ ovunque. Mentre si alzava forte la richiesta della necessità del nuovo aeroporto, si faceva di tutto per edificare attorno alle aree limitrofe che avrebbero potuto interessare un eventuale ampliamento della pista. E, guarda caso si distinguevano, allora come oggi, gli amministratori che ritenevano di sentirsi territorialmente danneggiati.

 

Questo preambolo serve ad introdurre il recente intervento della consigliera Monia Monni che ha nuovamente criticato un intervento di Roberto Naldi in materia di compatibilità fra eventuale nuovo stadio a Campi ed aeroporto. Che Enav sia l’ente tecnico deputato ad esprimersi in materia è più che pacifico ma che  l’amministratore delegato di una società aeroportuale non possa esprimere il proprio parere sembra decisamente originale.

 

Al di là del fatto che, probabilmente, l’Ing. Naldi avrà notizie più documentate in virtù del proprio ruolo, appare curioso rivendicare la competenza esclusivamente pubblica in materia di pianificazione territoriale senza ricordare che Enac (e Toscana Aeroporti) hanno presentato un Masterplan proprio per avvalorare la compatibilità dell’investimento strutturale all’interno del contesto territoriale sul quale insisterà. Questa è la sola arma che la normativa concede al privato che vuole investire; presentare un piano che dimostri la fattibilità dell’investimento rispetto all’ambito territoriale nel quale si inserirà. Se l’Ing. Naldi ritiene che questo piano di fattibilità (del quale si discute da 30 anni) possa essere minacciato dalla presenza del nuovo stadio  (e se ne parla da pochi mesi…) è bene che lo dica perché ne ha i titoli per farlo (così come si esprimono a loro volta Emiliano Fossi e Giovanni di Fede) seppur nel rispetto formale della ultima parola di Enav quale ente decisore finale.

 

Questo intervento di Monia Monni spiace per come è stato impostato perchè riporta a quegli anni in precedenza citati. Spiace perchè non c’è mai una volta nella quale certa politica non dica apertamente che la nuova pista serve come il pane perchè richiesta da tutto il sistema produttivo della Toscana centrale, dalla quasi totalità delle organizzazioni sindacali e del mondo del lavoro, dal sistema fieristico e congressuale e per tanti altri motivi.

 

Spiace perchè le doppie finestre sono le sole risposte che si danno ai sorvolati attuali e perchè l’incipit in materia di aeroporto non è mai su questi temi ma su qualche distinguo di natura politica. Spiace perchè le sfide del futuro si vincono facendo sistema ( e questo è l’obiettivo degli aeroporti di Firenze e Pisa, ognuno con il proprio bacino di utenza) mentre si continuano a sollevare argomentazioni che dividono. Spiace perchè sembra che non ci accorgiamo che, mentre giochiamo a guelfi contro ghibellini, di là dall’appenino c’è chi è già pronto a raccogliere le macerie dei nostri anacronistici dibattiti.

 

Noi vogliamo però guardare avanti e pensare che la consigliera Monni abbia voluto lanciare un messaggio nel solco di un rinnovato dialogo fra tutti gli amministratori della città metropolitana. La strada è quella giusta ed è il cammino intrapreso da Eugenio Giani nel segno dell’ascolto delle necessità dei territori che beneficeranno della nuova pista. La nostra Associazione rivendica con forza la necessità di una rediviva stagione del confronto e della collaborazione, proprio per seppellire definitivamente quelle terribili stagioni del silenzio e del no a tutto.

 

Associazione InPista!

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