Bar e ristoranti chiusi alle 18: la rabbia di Confcommercio e Unilavoro

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Ristorante-caffè
Pixabay

Cresce la rabbia degli imprenditori per le misure contenute nel nuovo DPCM, in vigore fino al 24 novembre. Aldo Cursano, presidente di Fipe Confcommercio Firenze, è preoccupato per la chiusura alle 18 di bar e ristoranti.

 

Temo che il Governo abbia già scelto le attività ritenute essenziali, e dunque da salvare con adeguate politiche economiche, e quelle che invece sono superflue. Si considera essenziale la finanza – con tutto l’universo di speculazione che gli gira attorno -, si considera essenziale il fabbricare auto, al contrario invece di attività come le nostre nonostante siano legate all’accoglienza, alla socialità e al nostro stile di vita; attività che impiegano 1 milione e duecentomila persone.  Il Governo ha scelto di far morire di stenti un comparto identitario e abbiamo la percezione che quando ci sarà la ripresa attività come le nostre saranno sparite dal tessuto territoriale, a differenza di grandi catene e minimarket”.

Anche Giovandomenico Guadagno, segretario di Unilavoro Firenze, ha preso posizione sulla decisione di Conte in merito a ristoranti, locali, bar e pizzerie.

 

Questo DPCM porterà alla morte di molte attività di ristorazione come bar, ristoranti, pizzerie già messe a dura prova dai vari precedenti provvedimenti. Urge una rettifica per evitare un collasso praticamente annunciato. Così facendo il Governo si assuma almeno la responsabilità di dire ad un milione di lavoratori che rischieranno di prendere il posto di lavoro e di finire tutti a casa. E’ purtroppo un dato di fatto. La maggior parte di queste attività concentra il proprio fatturato a cena e solo il 15% lo ricava dal pranzo. E lo smart-working negli uffici pubblici e in molte aziende private ha inciso parecchio in tal senso“.

E su Giani che in questi giorni ha auspicato una revisione del provvedimento Guadagno spera: “Noi come Unilavoro lo auspichiamo perchè la Conferenza delle Regioni su tutto questo era stata molto chiara“.

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