Biagiotti: “Sono stata abbandonata come molti di quelli che credevano nel nuovo corso”

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Sara Biagiotti
TuttoSesto

Dopo il voto di sfiducia che nel 2015 le costò la poltrona da sindaco di Sesto Fiorentino, torna a farsi sentire Sara Biagiotti. In un post su  Facebook ha pubblicato il suo intervento, definito sofferto e sincero, alla direzione regionale del Pd toscano. Oltre all’analisi del voto ha voluto sottolineare il calvario umano e politico che ha dovuto subire dopo la sfiducia. “Renzi? L’ho sentito solo dopo sette mesi“.

Di seguito il contenuto dell’intervento:

 

“Dopo un lungo silenzio, avrei voluto intervenire in momenti migliori, ma adesso non posso esimermi anche se per me è un molto doloroso.
Quando siamo partiti col camper nel 2012 la rottamazione era un approccio più trasparente alla cosa pubblica, un efficientamento delle Istituzioni, significava più equità, più giustizia, più trasparenza, più merito, non era sostituire un gruppo di potere, ma un’idea moderna di Stato vicino ai cittadini. Significava rendere l’Italia più Europea. Il Paese aveva colto la portata della rivoluzione prima di tutto culturale e la sentiva come propria.
Nel mio primo intervento alla Leopolda del 2012 ho parlato della cattiva gestione delle banche, dello scandalo MPS Santander e della Banca 121. Poi, destino della sorte, abbiamo perso il 3% dei voti in 2 mesi proprio su questo tema.
Io ho creduto davvero nel nuovo corso della rottamazione e l’ho messa in pratica in ogni mia azione.
Nel mio agire politico ho sempre seguito la linea del mio partito e condiviso ogni azione.


Fino ad ora la mia sofferenza per la sfiducia e tutto quello che ne è conseguito, non l’ho mai esternato, ho sempre taciuto per timore di danneggiare il “mio partito” che non abbandonerò mai.
Vi assicuro che, mentre ho sentito la vicinanza dei sindaci tutti presenti al mio fianco quel 21 luglio 2015, poi in questi anni ho vissuto un calvario umano, oltre che politico, in assoluta solitudine.
E non sono stata la sola, tanti che credevano nel nuovo corso sono stati abbandonati. Un Partito non può permetterselo.
Mi duole molto dirlo. Io il segretario del mio partito l’ho incontrato solo dopo sette mesi dalla sfiducia. Un partito non abbandona le persone leali né può offrire incarichi liquidatori. Le persone hanno una dignità che va rispettata.
Oggi da semplice iscritta senza nessun ruolo vi dico il mio pensiero sofferto e con il dolore nel cuore. Mi sento in dovere di farlo perché penso che la speranza di un futuro per il PD passi anche attraverso la chiarezza.
Per chi come molti di noi ha una lunga passione per la politica questo è uno dei momenti più bui.
I dati sono chiari, abbiamo perso una valanga di voti anche in Toscana. Non è stata una semplice sconfitta ma una disfatta.
I motivi possono essere molteplici: la globalizzazione, la crisi mondiale della sinistra, la vittoria di Trump in Usa, il vento di destra che soffia in Europa, le grandi migrazioni, la crisi economica, la mancanza di lavoro, l’insicurezza per il futuro, le paure delle persone.


In questi cinque anni di governo sono state fatte leggi straordinarie attese da tempo, l’Italia è stata portata fuori dal baratro. Nel merito i provvedimenti sono stati ottimi anche se su alcuni, come scuola e job act, la percezione non è stata positiva.
Stare al governo certamente logora, ma come si fa a perdere così tanti voti?
Dobbiamo porci degli interrogativi e non credere che tornado indietro, ricostruendo i DS, tutto passi. Il pessimo risultato di LeU ne è la conferma.
Non si pensi che la rottamazione sia stata una parentesi. Il nostro limite semmai è stato di non praticarla fino in fondo.
Perdere cinque/sei milioni di voti significa che le ragioni sono profonde, di sensibilità, di fiducia, di perdita di empatia con il popolo. Empatia nel senso di condividere con la gente i problemi, la loro quotidianità.


Il grande afflato, la grande speranza, che ha avuto il culmine massimo nel 2014, è scomparsa.
Penso che sia necessario riflette approfonditamente, due aspetti mi preme sottolineare: uno interno al PD inteso come metodo di gestione del Partito e di relazioni umane, l’altro di rapporto con la gente.
Un partito non può essere un luogo dove conta spesso sola la fedeltà. Si è parlato tanto di merito ma nella sostanza le scelte spesso sono state fatte anche su altri parametri.
Un partito non può vivere in guerre continue per fazioni persino interne alle cosiddette “correnti”.
La competizione va bene ma non può essere una guerra continua senza limiti. Denigrazione sistematica, cinismo non possono essere tollerati all’interno di una comunità. E invece talvolta sono stati avallati. Così si va soltanto verso l’implosione.
E’ del tutto scomparsa la capacità di relazioni umane sincere e propositive. Gli iscritti e i militanti si sono sentiti soli e abbandonati. Gli atteggiamenti arroganti e talvolta prepotenti di tutti hanno deteriorato i rapporti umani e creato disorientamento. Abbiamo perso totalmente il contatto umano.
Questo clima che ha incrinato la nostra comunità politica è stato percepito nel Paese.
Come si può fidarsi e affidarsi a un partito che si autodistrugge politicamente e umanamente?
Abbiamo perso credibilità. Mi duole dirlo ma la gente ci odia. La gente non ha votato per qualcosa ma contro di noi. E di questo passo perderemo tutti i ballottaggi, anche in Regione, oltre che nei comuni. In Toscana negli ultimi anni abbiamo perso undici comuni medio/grandi.
C’è bisogno di ricostruire dalle macerie. Bisogna stare tra la gente normale quella che vive la banalità del quotidiano.
Non ci vuole un partito solido e grigio. Di questo abbiamo discusso anni fa.
Ma il partito leggero non può apparire il partito degli aperitivi. Il mondo reale non è lì. Bisogna stare vicino alle persone non lasciarle sole!!
Io come tanti militanti abbiamo bisogno del PD, abbiamo creduto e partecipato al progetto politico che lo ha fondato. Non possiamo permettere che venga distrutto.
Non sono un’idealista che vive nel mondo dei sogni ma certi comportamenti non vanno più permessi. Ci vogliono sobrietà, rigore, umanità, studio, approfondimento, capacità, passione politica, umiltà, empatia.
O si capisce che il mondo non gira intorno a noi e che la politica è a servizio della comunità o il PD morirà.
Noi non lo possiamo permettere! Mettiamoci tutti a disposizione, rimbocchiamoci le maniche e ritorniamo tra la gente con i piedi nel fango e la testa rivolta al futuro!!: “

 

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