A Sesto Fiorentino continua a far discutere il bilancio di previsione per il 2019 approvato con 15 voti favorevoli e 9 contrari dal Consiglio comunale il 21 dicembre scorso. In casa Pd a muovere le prime critiche furono la consigliera Sara Martini e il capogruppo Lorenzo Zambini. Nella consueta conferenza stampa di inizio anno è stato il “turno” del segretario comunale Stefano Gennai.
“Sul bilancio di previsione ci siamo già espressi in maniera decisa. Abbiamo il più grande aumento di tassazione degli ultimi 25 anni, soprattutto per quanto riguarda l’addizionale Irpef e l’Imu. Questo aumento colpirà tutti: lavoratori, pensionati e attività produttive – dice Gennai -. La nostra opposizione a questa manovra non è preconcetta, sia chiaro. Su alcuni aspetti della manovra di bilancio siamo stati favorevoli come sulla riduzione della tassa di occupazione di suolo pubblico e sull’eliminazione della tassa sull’ombra. Al di là di queste due piccole misure, il nostro parere è negativo perché sulle spalle dei contribuenti sestesi vengono calati oltre 4 milioni di euro. Il bilancio è squilibrato e poteva essere affrontato nel corso di questi tre anni. E’ il terzo anno che l’amministrazione Falchi presenta un proprio bilancio di previsione. C’era tempo per metterlo in equilibrio, specie per la parte di spesa corrente. Per quanto riguarda gli investimenti, ce ne sono di importanti come su aree verdi, opere pubbliche e mobilità. Questi investimenti sono frutto di cosiddette scie positive che provengono da bandi emessi dai governi guidati dal Partito Democratico. Quando finiranno queste scie positive, l’amministrazione si troverà senza risorse per fronteggiare le necessità di spese d’investimento. Reclamiamo la mancanza di una visione d’insieme che dia a Sesto una prospettiva per i prossimi anni“.
Il capogruppo Lorenzo Zambini, invece, si è concentrato sul piano strutturale: “L’evento organizzato alla biblioteca Ragionieri è stato un momento conclusivo fatto in città con varie associazioni. Il nostro atteggiamento vuole essere propositivo. Abbiamo prodotto sei osservazioni. Mi focalizzo su tre punti. Il primo riguarda la tramvia. Riteniamo fondamentale che la linea due arrivi a Sesto, passi dal Polo scientifico e si attesti il più vicino possibile al centro della città. La tramvia può riordinare la zona sud ovest. Nell’adozione del piano strutturale la linea due non c’è. Nel piano l’amministrazione ipotizza una tramvia che si sviluppi verso l’Osmannoro. La giunta si focalizza soprattutto sulla ferrovia per quanto riguarda il centro. Allo stesso tempo l’amministrazione – e questa è una contraddizione – è a favore, insieme ad altri sindaci tra cui Nardella, allo sviluppo della linea tranviaria.
Il secondo punto è relativo al centro urbano di Sesto. Palazzo Pretorio e la Lucciola non sono citati nel piano strutturale. Quei luoghi devono essere declinati a nuove funzioni, devono tornare centrali per la città, devono rientrare nel piano strutturale. Noi aggiungiamo come ipotesi la realizzazione di un luogo pubblico che permetta di portare una programmazione culturale da far fruire a tutta la cittadinanza. Sulla questione sicurezza abbiamo perso quattro anni. Sulla Lucciola, al di là dei project, siamo ancora all’anno zero.
Punto terzo: l’area Ginori (la giunta ha dato il via libera alla variante al RUC, ndr). Nelle osservazioni presentate abbiamo scritto che Sesto, a livello di centri commerciali, ha già dato. È più stringente la questione del commercio al dettaglio. Su questo aspetto il Pd presenterà una sua proposta non appena ci sarà stata una discussione interna al partito sulla delibera Ginori“.
STEFANO NICCOLI