Di nuovo in sciopero, dalle 8 alle 10 di stamattina e in assemblea davanti ai cancelli della sede, i 60 lavoratori della Sirti di Calenzano contro la procedura di licenziamento collettivo aperta il 21 febbraio scorso per 833 dei 3600 dipendenti in Italia dall’azienda che opera nel settore delle telecomunicazioni. Grande partecipazione allo sciopero, come già la scorsa settimana alle prime due ore di astensione dal lavoro.
Nonostante questo l’azienda mantiene un atteggiamento di chiusura e anche nell’incontro di giovedì scorso in Assolombarda, con il coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm, ha rifiutato di sospendere la procedura.
“Ma questo – spiega Francesco Diazzi, della Fim-Cisl Firenze-Prato – non è accettabile, perché significherebbe trattare con la pistola puntata alla testa. Noi chiediamo di ritirare la procedura e avviare un tavolo di trattativa a 360 gradi. Il nostro obiettivo è zero esuberi. Per questo è stata indetta una settimana di lotta, con 8 ore di sciopero tra l’11 e il 15 marzo, su tutto il territorio nazionale.
In questa delicata fase – continua Diazzi – è importante che le tre sigle sindacali siano unite e organizzate seguendo le linee del coordinamento nazionale, unico organismo da dove possono uscire soluzioni utili a risolvere la vertenza. Particolare attenzione in questa vertenza va al tema del subappalto per cui il sindacato ha chiesto una forte riduzione dell’utilizzo da parte dell’azienda. Assente ancora la risposta del governo alla richiesta di novembre di aprire un tavolo riguardante il settore TLC. La vertenza Sirti è solo la punta di un iceberg di un problema strutturale del settore delle telecomunicazioni, settore questo strategico e di vitale importanza per il futuro di questo paese, per questo richiede l’attenzione delle istituzioni e dei maggiori player del settore”.