Calenzano, M5S: “La sinistra sempre meno a sinistra”

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Movimento 5Stelle

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle di Calenzano.

Con l’avvicinarsi del referendum costituzionale del 4 Dicembre, vista la scarsa e poco esauriente informazione fornita dai media ai cittadini, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle ha deciso di portare all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di giovedì 27 Ottobre un Odg che impegnava l’amministrazione di Calenzano a pronunciarsi contro una riforma tanto dannosa quanto inutile, inviandone comunicazione alle Camere, alla Presidenza della Repubblica, ai capigruppo di Camera e Senato ed ai componenti delle commissioni parlamentari per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

Nel documento i consiglieri Mastroberti e D’Elia hanno illustrato alcuni punti della riforma portando alla luce tutte le gravi criticità della stessa. Questa riforma di fatto smonta pezzo per pezzo quei diritti democratici garantiti dall’attuale Costituzione, scritta da un’Assemblea Costituente formata da tutti i partiti del dopoguerra e studiata per evitare nuovi fenomeni di concentrazione di potere. Alla stessa costituzione si richiama lo statuto del vecchio Partito Comunista, che è teoricamente anche del PD.

Quello stesso PD che in Consiglio ha votato contro l’ordine del giorno dei 5 Stelle, avallando così una riforma antidemocratica scritta dal trio Renzi, Boschi e Verdini, un iscritto alla Loggia P3 indagata per attentato alla Costituzione ha votato contro la mozione: prima il Sindaco, poi i consiglieri del PD, hanno annunciato il loro voto contrario, motivandolo con il fatto che il Comune non dovrebbe occuparsi di tali cose e che non può dare un indirizzo di voto ai cittadini, ignorando che tale Odg non prevedeva un indicazione di voto per i cittadini, ma solo la volontà di comunicare all’esecutivo e alle camere la contrarietà di questa amministrazione ad una riforma che toglierà diritti ai cittadini e poteri alle Amministrazioni locali che dovrebbero tutelarli, e sottovalutando perfino il fatto che le Amministrazioni perderanno gran parte dei loro poteri decisionali in favore dello Stato.
Dalle parole della maggioranza trapelava una vera e propria dichiarazione di resa al governo, in netto contrasto con gli interessi dei cittadini. Nonostante gli interventi che mal celavano un goffo tentativo di arrampicata sugli specchi, la teoria che il Comune non debba occuparsi di cose nazionali, è smontata dal fatto che i due odg seguenti presentate dal PD in tema scolastico (una delle quali votata anche dal M5S) chiedevano il medesimo impegno dell’Amministrazione a comunicare agli stessi organi di governo, le problematiche create dalla riforma della scuola.

Ci chiediamo cosa questa “sinistra” abbia ancora di sinistra e di democratico. Per citare solo alcuni dei punti dei 47 articoli modificati con questa riforma e che snaturano i principi ispiratrici della nostra Costituzione, come nascondere ai cittadini che perderanno il diritto al voto per il senato (che sarà nominato dai consigli regionali) o che l’articolo 78 “Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari” sarà sostituito con “La Camera dei deputati delibera a maggioranza assoluta lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari”? Qualunque premier senza scrupoli, con il voto di soli 316 parlamentari, potrà dichiarare lo stato di guerra e far ripiombare il nostro paese indietro di 70 anni. Inoltre, abolendo il titolo V e togliendo potere alle Regioni (a parte quelle a statuto speciale…), il governo di turno potrà imporre opere, anche se inutili, costose e dannose senza che le realtà locali possano in alcun modo difendersi. Questa riforma è dannosa per la democrazia e non rappresenta una priorità per il paese. Quella che una volta era la sinistra che difendeva il popolo, ora con un colpo di coda, cancella tutti i propri ideali e ignora tutte le lotte, da quelle dei partigiani che hanno dato la vita per lasciare a noi la libertà e i diritti democratici fino a quelle degli operai che hanno lottato nelle piazze e subito pestaggi e arresti per mantenere e trasmettere ai propri figli questi sacrosanti diritti“.

 

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