Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa in cui Marco Venturini, candidato sindaco di Calenzano per la sinistra, spiega perché è contrario ad un nuovo insediamento industriale a Fibbiana:
“Per tanto tempo Calenzano è stata identificata con l’area industriale intorno al casello autostradale. Calenzano è fra i Comuni della provincia con il rapporto più squilibrato fra addetti e residenti. Vi è stata una fase storica in cui il numero dei posti di lavoro superava gli abitanti.
Le scelte compiute dalle amministrazioni negli ultimi decenni sono state orientate a valorizzare la vocazione residenziale di Calenzano, bloccando l’espansione delle aree industriali.
Il Piano strutturale intercomunale Calenzano-Sesto Fiorentino ha sostanzialmente ribadito le scelte di non far crescere ulteriormente il perimetro della città, al di fuori del territorio già edificato e/o pianificato, scommettendo tutto sul recupero, la riqualificazione, la rigenerazione urbana in alternativa al consumo di nuovo suolo ‘vergine’.
Come consigliere comunale ho votato convintamente il Piano strutturale, condividendone in pieno la filosofia, la visione del futuro del nostro territorio, delle sue ricchezze paesaggistiche ed ambientali da preservare per tramandarle alle future generazioni.
E tuttavia è stata recentemente portata all’esame dell’Amministrazione una ipotesi di variante urbanistica per consentire la realizzazione di una nuova lottizzazione industriale di 12 mila mq che andrebbe a occupare, saturandola, l’area compresa fra la SP8 barberinese, la via di Prato e via Galilei, cioè l’ultimo lembo di terra rimasto libero al confine con i Comuni di Campi e Prato.
Un simile insediamento, se realizzato, chiuderebbe l’ultima finestra rimasta aperta sulla viabilità storica Firenze-Prato da cui si scorgono il Parco di Travalle, la Calvana e il colle di Calenzano Alto. Inoltre “affogherebbe” i recenti ritrovamenti archeologici di era romana, rinvenuti proprio in quell’area, circondandoli con un mare di cemento ed asfalto.
Si dice che il progetto riqualificherebbe l’area ed avrebbe una forte ricaduta occupazionale. Sono parole già sentite a giustificazione di altri progetti, di altre opere, spesso inutili e dannose.
Anche a noi premono il lavoro e le nuove opportunità che si possono creare.
Ma noi abbiamo un’altra idea di sviluppo, soprattutto per Calenzano: riutilizzare e riqualificare i tanti capannoni vuoti invece che realizzarne di nuovi. Calenzano è ricca di opportunità in tal senso, alcune indicate sul piano strutturale stesso. Basta volerle cogliere. Certo, edificare su un’area vergine con una variante varata ad hoc è più facile.
Chi ha davvero a cuore l’ambiente non cerca, non accetta scorciatoie e persegue una idea coerente di sostenibilità, a 360 gradi. Per questo sosterremo con convinzione quelle osservazioni al Piano strutturale che risolvono ogni residua ambiguità sulla vocazione urbanistica di quell’area, destinandola ad area verde complementare al Parco di Travalle. Ci auguriamo che anche le altre forze presenti in Consiglio vogliano come noi fare chiarezza su questo punto, affinché il “consumo di suolo zero” non rimanga solo un vuoto slogan“.