Nell’ambito della “Festa dei Santi” a Capalle – della quale vi riportiamo sotto la locandina con il programma – domenica 28 aprile alle 16 in piazza Palagione Maria Serena Quercioli, giornalista e consigliera comunale della lista civica “Liberi di Cambiare” a Campi Bisenzio, presenterà il libro “Il millenario castello di Capalle“. Scritto insieme all’ingegner Carlo Caputo, racconta la storia del Palagione, il castello situato all’interno del borgo e chiuso dal 1975.
Caputo, oltre a tracciare la storia e le caratteristiche dell’immobile, avanza alcune ipotesi progettuali di restauro. La struttura si presterebbe ad una trasformazione in complesso residenziale, alberghiero e museale.
Il lavoro di Quercioli si è incentrato su Diego Carlisi. Il Palagione è chiuso dalla sua morte avvenuta nel 1975. Diego Carlisi – scrive la giornalista in una nota stampa – “si può definire il “Giorgio Perlasca di Campi Bisenzio”: in tempo di guerra salvò dalla deportazione tanti concittadini. E nel libro racconto come faceva. Poi è stato commissario dell’emergenza prima della Liberazione. E c’è la sua vita privata: il suo sogno di fare l’attore a Roma e la carriera stroncata da Mussolini negli anni del pieno fascismo (anni ’30) perché lui somigliava a Mussolini e il Duce non voleva un sosia nel cinema. Carlesi ha comunque recitato in film importanti: da “Il feroce saladino” con Alida Valli a “La regina delle piramidi” con Joan Collins.
Diego Carlisi è il padre di Olimpia, l’attrice che ha lavorato con Benigni e che lui abbandonò a 4 anni poiché si separò dalla moglie.
Diego Carlisi, nel 1957, chiese un risarcimento come vittima del fascismo in base ad una legge ma se l’abbia avuto non lo sappiamo.
Nel 2014 la Rai cercò di fare un documentario su Diego Carlisi ed è grazie alla Rai che ho scoperto questa storia, ma il materiale a disposizione era troppo scarso per un documentario (troppi testimoni sono morti), pur essendo la storia meritevole.
La città di Campi, a mio avviso, non ha dato il giusto riconoscimento a Diego Carlisi per l’impegno che lui ha messo durante l’occupazione per salvare dai rastrellamenti tanti capallesi, oltre ad aver assunto il ruolo di primo commissario dell’emergenza dopo il 25 aprile 1945.
Un altro episodio singolare è quello riguardante sua sorella Eleonora: si innamorò di un soldato tedesco che poi tornò in Italia per sposarla“.