Nel consiglio comunale dello scorso 19 giugno, il nostro gruppo consiliare ha presentato una mozione per chiedere la riapertura del Parco storico di Villa Carmine, che l’Amministrazione aveva chiuso anticipatamente a inizio ottobre del 2024 evidenziando la necessità di alcuni lavori di manutenzione, e non riaperto come usualmente dal mese di aprile con le visite del sabato, presidiate dall’associazione che ha in cura il parco e l’oliveta. Il Parco di Villa Carmine, negli ultimi anni, ha arricchito il patrimonio naturalistico e storico-artistico a disposizione di Calenzano e dei suoi visitatori, che anche da fuori Comune avevano iniziato a scoprire questo eccezionale patrimonio di origine medicea, che ha attraversato la storia per giungere fino a noi.
Purtroppo la nostra mozione per la riapertura del Parco è stata respinta dalla maggioranza che sostiene l’attuale giunta. Il Sindaco ha risposto che vi sono 5 grandi alberi da abbattere, per i quali è necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza, e che l’alluvione del 14 marzo ha distolto forze e risorse dell’Amministrazione da attività ordinarie come questa. Tutto comprensibile ovviamente, se non fosse che volendo riaprire ad aprile, al 14 marzo l’Amministrazione avrebbe dovuto già eseguire la manutenzione invernale del Parco. Difficile quindi pensare che l’apertura sarebbe comunque avvenuta nei tempi previsti. La stessa richiesta di abbattimento alla Soprintendenza, per quanto complessi possano essere questi procedimenti, viene rilasciata normalmente in un massimo di 180 giorni: tempistiche che ad oggi, rispetto alla chiusura del Parco, sono ampiamente superate.
La scelta di tenere chiuso il Parco per la stagione estiva 2025 è quindi una scelta deliberata di questa giunta, che privando Villa Carmine di manutenzione per un intero anno rischia di arrivare al 2026 con un Parco in stato di abbandono, con costi per la riapertura e la manutenzione del verde sensibilmente più alti e il rischio di incontrare nuove difficoltà. La maggioranza ha votato contro anche alle nostre richieste di fissare un incontro con il Presidente dell’Accademia delle Belle Arti, che presiede la Fondazione Adolfo Carmine, per chiedere una valutazione sull’utilizzo della Villa come studentato per i suoi allievi, visto che lo stesso Presidente ha dichiarato recentemente di star cercando una sede a questo scopo e di star valutando Villa Demidoff a Pratolino. Abbiamo riscontrato una chiusura completa da parte della maggioranza, che ha rimandato a un futuro indefinito i lavori di manutenzione e la riapertura del Parco, adducendo altre priorità per il verde urbano.
Purtroppo però, le cosiddette “priorità” dell’amministrazione sui parchi calenzanesi sono difficilmente riscontrabili nella realtà. E’ stato da poco completato un solo intervento nei giardini pubblici, quello delle recinzioni delle aree cani, mentre a livello di arredo, su tavoli e panchine, non vi è evidenza di investimenti o di nuovi interventi.
Il Giardino del Drago di Via Don Minzoni, inaugurato nei mesi scorsi, è un’eredità della precedente amministrazione e rileva, semmai, la necessità che l’attuale giunta disponga una pulizia più accurata degli spazi da parte di Alia, e una diversa disposizione dei cestini.
Il Parco del Neto, da poco riaperto dopo tre mesi di lavori e subito richiuso per un nuovo intervento, sembra aver visto un intervento frettoloso e superficiale sui laghetti, dato anche dalla rinuncia alla deviazione temporanea dei corsi d’acqua, che già nei giorni successivi alla riapertura mostravano esondazioni. Si è abbandonato il progetto originale del centro servizi, spendendone però buona parte delle risorse PNRR trovate dalla precedente amministrazione; la volontà di produrre un nuovo progetto per la guardiania ha fatto perdere inoltre mesi preziosi. L’opera non è ancora appaltata e la scadenza di marzo 2026 si avvicina pericolosamente, con il rischio di perdere le somme rimanenti e rimanere con il container temporaneo per ospitare i custodi dell’Associazione anziani. Per quanto riguarda Arbo-Neto, si sarebbe potuto utilizzare il legname ottenuto dall’abbattimento di alcuni grandi alberi nel corso dei lavori (qui, evidentemente, si è potuto fare…) per produrre nuovi arredi in legno dello stesso stile, come già era stato fatto negli anni precedenti con gli alberi caduti o abbattuti. Arbo-Neto non è mai stata un’attrezzatura ludica vera e propria, ma il prodotto di eccellenza di ditte specializzate, che consentiva di coniugare il divertimento dei bambini con le caratteristiche di un parco monumentale dove non possono entrare strutture in plastica o simili.
Infine, non possiamo non notare, a un anno dall’insediamento di questa amministrazione, il languire dei lavori per il Parco delle Carpugnane. Nel 2024 la giunta ha perso mesi preziosi per progettare la “variante parcheggi”. Sono stati sì ridotti i posti auto, ma in un anno sono stati realizzati soltanto quelli. Un po’ poco per un cronoprogramma che a quest’ora doveva essere a ben altro punto. Non si scorge traccia dei lavori per l’area naturalistica, per le passerelle sul Chiosina che comprendono il nuovo argine all’altezza di Via Breddo, per la forestazione del Parco, e il nuovo percorso partecipativo stesso sembra essersi arenato dopo una sola iniziativa.
Ci sono sempre altre priorità nella narrazione dell’Amministrazione, e non mettiamo in dubbio che l’alluvione abbia portato a una serie di difficili impegni per gli uffici tecnici. Ma talvolta, come abbiamo fatto notare più volte, si ha più l’impressione di un Comune in preda dei venti, che aderente ad una pianificazione efficiente e rigorosa.