Villa Carmine: tra statue, piscine e…rime baciate

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Villa Carmine
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Ci aspetta, con aspetto marziale, davanti al cancello di Villa Carmine con tanto di arco e frecce. E’ Mauro, uno dei volontari dell’associazione Orto Collettivo-Natura che da giugno si occupa, per conto del Comune di Calenzano, dell’apertura di Villa Carmine.

Il costume del 1400 (quasi 1500 cit.) è perfetto per un parco che, con la sua villa, è lì dal 1460, esattamente da quando Cosimo il Vecchio decise di fare un ‘regalino’ a Carlo suo figlio illegittimo, nel frattempo diventato pievano di San Donato a Calenzano.

Il costume non inganni, Mauro è lì per l’accoglienza e nessuno meglio di lui sa interpretarla in maniera cordiale e originale. Non è una guida turistica, non è uno storico ma ha dalla sua la passione e una certa confidenza con i versi ed è perciò in grado di sorprenderti con poesie in rima baciata che ti spiegano la storia del luogo. Gli adulti lo ascoltano con attenzione, i piccini rimangono a bocca aperta e spesso per loro c’è anche una sorpresa finale.

Andando al parco potreste incontrare
un costode particolare
un po’ poeta un po’ cicerone
attirerà la vostra attenzione

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Girando tra statue, fontane e vialetti capita poi di incontrare anche Massimo che vorrei ribattezzare come il Signore delle Fonti per la conoscenza che vanta delle sorgenti del territorio calenzanese e per l’impegno che ha profuso per salvaguardale. Una forma di volontariato quasi sui generis ma particolarmente utile, gradita ed efficace. Un piacere ascoltarlo.

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Nell’uscire dalla villa incontro anche Antonella, sempre dell’associazione che gestisce l’apertura del Parco e che attenderà con pazienza i visitatori fino a questo pomeriggio perché è bello condividere con gli altri un bene che, con l’impegno di molti, è diventato ‘comune’.

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Il Parco

Il parco di Villa Carmine ha un’estensione di 1,8 ettari che vanno dal cancello di via del Saccardo alla villa Medicea per ora chiusa al pubblico ma che speriamo possa essere recuperata nel prossimo futuro.

L’ultimo proprietario della villa fu Adolfo Carmine che, negli anni dell’occupazione tedesca negò l’uso della villa come quartier generale dell’esercito nazista e poi rimase ucciso proprio da una bomba tedesca in prossimità del cancello della villa.

Il suo patrimonio, villa, parco, terre e case coloniche, fu lasciato all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, che ne è ancora proprietaria tramite la Fondazione Adolfo Carmine che ha concesso il parco in comodato d’uso al Comune.

Villa Carmine è stata riaperta nel giugno scorso dopo il restauro della parte arborea finanziato dalla Cassa di Risparmio di Firenze e il restauro di alcune statue, delle balaustre e delle scoline dell’acqua piovana finanziato dal Comune di Calenzano.

Entrando nel parco di “Villa San Donato”
l’occhio è subito ripagato.
prima di inoltrarsi nel parco e salire la strada centrale
due panchine in pietra, si nota nel piazzale
sovrastate da un muretto color arancio
a quell’angolo danno slancio.
Uno per ogni lato
da conchiglie contornato;
al centro, un rosone circolare
con tre frutti a rappresentare.
Di terracotta in rilievo

stemma di famiglia, stil medioevo
In alto a culminar… statuette stile “Putti”in pietra grezza
il solo osservarle ci crea l’ebbrezza
si presume rappresentin le varie Arti
quel particolare, può indicarti.
Il loro posto è così situato: una coppia ogni lato
Il primo a sinistra, ha uno strumento impugnato
una piccola cetra, che suona delicato;
rappresenta l’arte musicale
missione deliziosa, speciale
Il vicino invece, impugna un martello
pure questo molto bello;
questa è l’arte della scultura
un’opera che nel tempo dura.
Sul lato destro invece: con tavolozza dei colori
par dipinga, il bello che è fuori;
adesso l’arte parla di pittura
la sua modella sarà la natura.
Mentre l’ultimo: con penna e pergamena
chiude il gruppo e ci rasserena.
Con la scrittura l’arte ci stupisce

con parole toccanti a chi percepisce

(Mauro Stoppioni)

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L’associazione Orto Collettivo-Natura, nata a metà del decennio scorso, con l’obiettivo della salvaguardia del territorio e il benessere di collettivo ha, tra le altre cose, recuperato un terreno di 3,5 ettari ridotto a boscaglia riconvertendolo a orto sociale e alla coltivazione di circa 300 olivi.

Orto collettivo

DANIELE NICCOLI

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